Tria: «Ridurrei il deficit per evitare le sanzioni Ue ma la decisione è politica»

11 Dic 2018 15:25 - di Renato Fratello

«È possibile evitare la procedura di infrazione». Ne è convinto il ministro dell’Economia Giovanni Tria che parlando al Welfare Italia Forum 2018 ha sottolineato però che «si tratta di prendere decisioni politiche rispetto a varie alternative». Il ministro affiancherà il premier Giuseppe Conte all’incontro di domani con il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker sulla manovra. Il titolare di via XX settembre ha partecipato anche al precedente incontro di fine novembre nella sede dell’esecutivo Ue tra il presidente del Consiglio e l’ex premier lussemburghese. «Il lavoro che si sta facendo è di vedere semplicemente, semplicemente è un modo di dire che a volte sfugge – ha detto il ministro – in che modo diminuire le divergenze tra l’Italia e l’Ue sul nostro bilancio per evitare la procedura di infrazione». Secondo Tria «se sarà possibile trovare un accordo con l’Ue sarebbe preferibile andare alla riduzione del deficit» per far fronte all’incertezza dei mercati e poi perché «bisogna recuperare fiducia». Il governo modificando la manovra fa un tentativo per «recuperare anche i miliardi di interessi che stiamo perdendo e che possiamo riportare a casa per farci altre cose invece che spenderli in interessi aggiuntivi – ha continuato Tria – Non è vero che la manovra sarà completamente diversa, si sta rivedendo il costo delle misure, quest’anno e a regime». Reddito di cittadinanza e pensioni  restano, ”la manovra non viene rivoluzionata”, le due misure «tecnicamente richiederanno qualche mese per essere attuate».
Il ministro ha poi aggiunto: «Stiamo studiando altre misure che si aggiungono alla manovra, ad esempio stiamo studiando quanto è possibile fare sulle dismissioni immobiliari che sono quelle che contano per il deficit mentre le altre dismissioni, non immobiliari, sono anche loro importanti ma hanno un ruolo sul debito. E questo è quello che interessa di più i mercati, le prospettive del debito». «Un deficit al 2,4% non è così clamoroso», ha detto spiegando che tuttavia in caso di accordo con l’Ue eventuali risparmi dovrebbero andare al taglio del disavanzo perché «c’è un clima di incertezza e bisogna recuperare la fiducia dei mercati».

Commenti

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  • Giacomo Puliatti 13 Dicembre 2018

    Possono ridurre tutto quello che vogliono ma a un certo Moscone non piace e per lui le cose rimangono come prima. E’ palese il risentimento nei confronti dell’Italia da parte dell’UE attuale, speriamo che gli altri che verranno, saranno più coscenziosi e meno aggressivi.

  • Cesare Zaccaria 12 Dicembre 2018

    L’articolo 1 della nostra costituzione dice che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ebbene, non vi è paese al mondo che presenta ostacoli alla formazione di posti di lavoro più del nostro: costo dell’energia elettrica frutto di uno sciagurato referendum sul nucleare, unico Paese in Europa, pressione fiscale da rapina, burocrazia lenta , costosa, amministrazione giudiziaria inetta, infrastrutture inadeguate e pericolose, cittadini ignoranti , e asini. Politici asini e preoccupati solamente delle loro spudorate prebende.
    Il governo attualmente in carica indica ai cittadini, tutti, dico tutti i paesi europei coalizzati contro il nostro Paese. Il classico capro espiatorio da dare in pasto al popolo e nulla fa per la crescita, anzi, dà il colpo di grazia ad un Paese in coma.