“Ho tentato di abortire 23 volte e mi hanno respinto”. Era falso: indagate due sindacaliste Cgil

17 Dic 2018 17:15 - di Redazione
aborto

Due sindacaliste della Cgil sono indagate dalla Procura di Venezia per diffamazione aggravata dopo le accuse di ostacolo a interrompere la gravidanza che erano state mosse contro il Servizio sanitario locale veneto. Lo rende noto la Regione Veneto. A entrambe è stata notificata la conclusione delle indagini preliminari, assieme all’avviso di garanzia. Tutto è partito dalla denuncia di una delle due donne, supportata dalla seconda, che ha raccontato di avere tentato invano di abortire in 23 strutture ospedaliere sino all’intervento della Cgil. Un racconto inventato, probabilmente al fine di screditare la Regione Veneto e di supportare la tesi secondo cui in Italia l’applicazione della legge 194 non viene rispettata.

La Regione Veneto pensa di costituirsi parte civile

Le sindacaliste della Cgil indagate per diffamazione per aver denunciato presunti ostacoli alle interruzioni di gravidanza in Veneto – precisa in una nota la Cgil di Padova –  “sono serene e pronte a dimostrare nelle sedi opportune la piena legittimità della loro condotta e l’insussistenza di qualsivoglia profilo di responsabilità penale a loro imputabile”. La Cgil di Padova sostiene inoltre che le dichiarazioni denunciate dall’Azienda Ospedaliera di Padova e dall’Azienda Ulss 6 Euganea “non hanno alcuna rilevanza penale e non integrano alcuna diffamazione”. Secondo la Procura, «la prestazione di interruzione della gravidanza fornita e garantita dal Servizio Sanitario è stata pienamente rispettosa dei tempi previsti dalla legge» ed è intervenuta senza alcuna interposizione della Cgil. Ritenendo di aver subito un grave danno d’immagine dall’azione delle due sindacaliste, la Regione del Veneto si riserva di costituirsi parte civile nell’ambito del procedimento. Era il marzo del 2017 quando la notizia venne diffusa: all’epoca i giornali scrissero che una donna dopo avere ricevuto un no da 23 strutture sanitarie del Nord Est era finalmente riuscita ad abortire a Padova grazie all’aiuto della Cgil.

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