Rigopiano, 7 indagati per aver nascosto le telefonate di richieste di soccorso (video)

28 Dic 2018 14:06 - di Paolo Lami
Rigopiano

L’accusa è quella di frode in processo penale e depistaggio per aver occultato il brogliaccio delle segnalazioni del 18 gennaio 2017 alla Squadra Mobile di Pescara nel tentativo di nascondere la chiamata di soccorso fatta alle 11.38 al Centro coordinamento soccorsi dal cameriere Gabriele D’Angelo, morto poi, travolto dalla valanga che ha sepolto l’hotel Rigopiano, uccidendo 29 persone in seguito ad una serie di scosse sismiche consecutive.

La Procura di Pescara ha notificato 7 avvisi di garanzia, con queste accuse, a carico del personale della Prefettura di Pescara, compreso l’ex-prefetto: i provvedimenti che avvisano dell’indagine sulla vicenda, riguardano l’ex-prefetto Francesco Provolo, i due viceprefetti distaccati Salvatore Angieri, attualmente vicario del Prefetto di Macerata, e Sergio Mazzia, oggi vicario del Prefetto di Crotone, i dirigenti Ida De Cesaris, Giancarlo Verzella, Giulia Pontrandolfo e Daniela Acquaviva.

Tutto è iniziato circa un anno fa quando i carabinieri di Pescara, che già indagavano sulla tragedia di Rigopiano, hanno scoperto una conversazione, fino a quel momento sconosciuta agli inquirenti, avvenuta tra un carabiniere della sala operativa di Pescara e la funzionaria della prefettura Daniela Acquaviva, la quale dice al militare dell’Arma che l‘intervento su Rigopiano era stato già fatto in mattinata riferendosi proprio alla telefonata del cameriere Gabriele D’Angelo che, è possibile, abbia sollecitato l’evacuazione della struttura dopo le scosse di terremoto che avevano colpito la zona.

Il nome di Daniela Acquaviva era già emerso per la telefonata nella quale la funzionaria pronunciava la frase «la mamma degli imbecilli è sempre incinta» rispondendo al telefono a Quintino Marcella che tentava di dare l’allarme raccolto dal suo amico e dipendente Giampiero Parete.

La nuova indagine e l’avviso ai 7 indagati, fa seguito alla prima indagine, quella che ha portato ai 25 precedenti indagati. Ed è proprio in quel fascicolo che si trova  agli atti la telefonata tra i carabinieri e la Prefettura delle ore 18.09 del 18 gennaio 2017, quindi almeno un’ora e venti dopo che la valanga aveva oramai travolto tutto.

Il carabiniere di servizio rivela di aver ricevuto una telefonata di Quintino Marcella, proprietario del ristorante di Silvi dove lavorava Giampiero Parete, scampato alla tragedia con la famiglia.
Il ristoratore diceva ai carabinieri che Parete gli aveva riferito della valanga: «Ho preso una telefonata adesso da un signore – dice il carabiniere – di un certo Marcella Quintino. Questo qua mi ha detto che un cuoco di sua conoscenza che sta all’Hotel Rigopiano…».

A quel punto la dirigente Acquaviva lo ferma: «l’Hotel Rigopiano è già stato fatto questa mattina. C’erano dei problemi. Sono stati raggiunti e sta tutto apposto».

L’operatore del 112 di Pescara a quel punto chiede cosa sia stato fatto, perché a lui Marcella avrebbe detto che «è crollato l’Hotel».
«Eh, si questa mattina», è la laconica risposta dell’Acquaviva.
E il carabiniere all’oscuro di tutto ribatte: «Ah, ma sto deficiente mi ha fatto spaventare. Mi ha detto guardi mi ha detto è crollato l’Hotel Rigopiano e che ci sono delle persone dentro».
La funzionaria della Prefettura lo tranquillizza: «Ma no l’intervento sull’Hotel Rigopiano l’hanno fatto questa mattina».

Lo scambio di battute tra la Prefettura e i carabinieri termina con un ambientale registrato nella telefonata nella quale la Acquaviva si rivolge ad una terza persona che si trova con lei e le chiede a conferma: «…scusa l’Hotel Rigopiano è stato fatto questa mattina l’intervento no? …ai carabinieri ha telefonato uno dicendo è crollato l’Hotel Rigopiano con dentro la gente ma… ».
Una voce maschile, in ambientale, dice: «ma che stiamo scherzando?»
Si sente la voce di una donna che nega: «ma non è vero».
Ancora si sente una voce maschile, in ambientale, dire: «è uscito fuori che era uno scherzo…»
E, a quel punto, l’operatore del 112 tira un sospiro di sollievo: «Ah addirittura è uscito fuori che era uno scherzo».
Si sentono altre voci di sottofondo nella sala operativa della Prefettura: «Ho parlato pure io con un uno di Rigopiano… dice che siccome ci sono problemi con le linee telefoniche… scusa contattate là. Eh no io credo sia tutta una montatura».
La nuova indagine parte proprio da qui: da questa telefonata di D’Angelo, che risulta aver chiamato la Prefettura, non c’è traccia in nessun brogliaccio. Ma è certo che sia stata ricevuta.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *