Manovra, voce per voce il testo riscritto a Bruxelles. Il governo ricorre alla fiducia

22 Dic 2018 15:51 - di Redazione
emendamenti

Dopo un travaglio senza precedenti il governo ha finalmente partorito il tanto atteso maxiemendamento che riscrive da cima a fondo la manovra economica dopo la lunga e tribolata trattativa con l’Ue. Sul testo, debitamente bollinato dalla Ragioneria dello Stato, sarà posta la questione di fiducia con buona pace della centralità del Parlamento, antico cavallo di battaglia dei grillini finito anch’esso nel deposito degli oggetti perduti in compagnia del Tap, degli F35, del Terzo valico e del Muos. E anche di “quota 2,4”, salutata come l’avvio di una nuova era dal balcone di Palazzo Chigi e poi abbandonata in favore del ben più mite 2,04 dettato da Bruxelles. Il testo sarà votato prima dal Senato per poi tornare alla Camera in vista della definitiva approvazione prevista per il 29 dicembre.Ma vediamo nel dettaglio le “voci” maggiori di quella che certamente può essere definita la più controversa manovra economica mai licenziata dal Parlamento:

Reddito e Quota 100 – Le risorse sono fissate rispettivamente in 7,1 miliardi e 4 miliardi. Poste decisamente inferiori rispetto all prima stesura, poi contestata dalla Commissione Ue guidata da Jean Claude Juncker.

Saldo e Stralcio – Riguarda i contribuenti in difficoltà economica. La misura consentirà ai «debitori che versano in una grave e comprovata situazione», di regolarizzare a costi ridotti la propria posizione. La sanatoria interessa i carichi affidati all’agente della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 e prevede diverse percentuali di pagamento, a seconda della situazione Isee: 16 per cento per i redditi fino a 8.500 euro; 20 per cento fino a 12.500 euro; 35 per cento fino a 20.000 euro.

Buche di Roma – È una delle misure su cui più ha ironizzato l’opposizione che l’ha utilizzato a conferma dell’incapacità amministrativa di Virginia Raggi, sindaca grillina della Capitale. La misura ha una dotazione finanziaria di 60 milioni (40 per il 2019 e 20 per l’anno successivo) per «interventi di ripristino straordinario della piattaforma stradale della grande viabilità da eseguirsi con il concorso del ministero della Difesa».

Iva – nel 2020 aumenterà di 23,1 miliardi; l’anno successivo diventeranno 28,7 miliardi. È l’effetto del ritorno delle clausole di salvaguardia.

Pensioni d’oro – Il contributo sulle pensioni d’oro sarà del 15 per cento per i redditi tra 100mila e 130mila euro e andrà a salire fino ad arrivare al 40 per quelli superiori a 500mila euro. Le fasce sono complessivamente 5 e, oltre alla minima e la massima, è previsto un prelievo del 25 per cento per i redditi tra 130.001 e 200mila euro; del 30 per i redditi tra 200.001 e 350mila euro; del 35 per i redditi tra 350.001 e 500mila euro.

Indicizzazioni pensioni – Taglio dell’aumento delle pensioni, in base all’incremento dell’inflazione. Gli assegni saranno rivalutati al 100 per cento per gli importi fino a 3 volte il minimo (1.521 euro); del 97 per gli importi tra 3 e 4 volte il minimo; del 77 per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo; del 52 per gli importi tra 5 e 6 volte il minimo; del 47 per gli importi tra 6 e 8 volte il minimo; del 45 per gli importi tra 8 e 9 volte il minimo; del 40 per gli importi superiori a 9 volte il minimo.

Taxi e liberalizzazioni Ncc – Salta la liberalizzazione per le Ncc (noleggio con conducente). Le telefonate per prenotare la corsa dovranno passare per forza attraverso le rimesse, che si dovranno trovare all’interno del comune (o della provincia e della città metropolitana) che ha rilasciato l’autorizzazione.

Flat tax pensionati – Tasse al 7 per cento per i pensionati che vivono all’estero e che si trasferiscono al sud. Le persone titolari di redditi da pensione di fonte estera di accedere a un’imposta sostitutiva sui redditi se trasferiscono la propria residenza in una città con popolazione non superiore a 20mila abitanti e collocata in una delle seguenti regioni: Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia.

Direttiva Bolkenstein e stabilimenti balneari – Le concessioni degli stabilimenti balneari sono prorogate di 15 anni. La misura si rende necessaria, si legge, «al fine di garantire la tutela e la custodia delle coste italiane affidate in concessione, quali risorse turistiche fondamentali del Paese, e tutelare l’occupazione e il reddito delle imprese in grave crisi per i danni subiti dai cambiamenti climatici e dai conseguenti eventi calamitosi straordinari».

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