Lavoro nero, accuse da Belpietro a papà Renzi. Lui minaccia querele
2 Dic 2018 18:33 - di Redazione
L’ultima rivelazione sui papà “famosi” arriva dalla Verità, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, che svela una vicenda di presunti incassi e lavori “a nero” che avrebbe avuto come protagonista il padre di Matteo Renzi, Tiziano, che avrebbe pagato senza denunciarli al fisco alcuni lavoratori che avevano il compito di distribuire prodotti editoriali. Il quotidiano riporta le dichiarazioni di colui che avrebbe gestito il giro di “strilloni” incaricati di vendere copie di un giornale e di incassare i soldi “cash”, senza scontrini o ricevute.
Quanto basta per scatenare il M5S: “Siamo curiosi di sapere come adesso il Pd commenterà la vicenda venuta fuori sui lavoratori senza contratto gestiti da Matteo Renzi e suo padre, quando li mandavano a distribuire giornali a nero nella loro Firenze”. “Per giorni gli esponenti del Pd, Renzi in testa, nascondendo i propri scheletri nell’armadio, – affermano i pentastellati – hanno dispensato lezioni di morale. Dall’alto della propria ipocrisia hanno tentato di infangare il nome di Luigi per un bidone, una carriola e qualche calcinaccio abbandonati nella proprietà del padre, coprendosi di ridicolo perché Luigi era totalmente estraneo alla vicenda”. “Al contrario – così come emerge dall’inchiesta de La Verità – Matteo Renzi era coinvolto in prima persona negli affari del padre, ne era persino complice”. “È questa la la fotografia di ciò che rimane delle opposizioni: – concludono – il nulla mischiato con il grottesco. Renzi e il suo partito adesso chiedano scusa e diano spiegazioni sulla vicenda”.
Ma la versione di Tiziano Renzi è diametralmente opposta e il papà dell’ex premier, dopo aver vinto alcune cause contro Il Fatto quotidiano, annuncia querele anche contro la Verità. “Anche questa mattina La Verità, con il direttore Belpietro e il giornalista Amadori, insistono nella loro campagna diffamatoria contro di me, la mia famiglia, le mie aziende. Sostenere che il lavoro degli strilloni fosse un ‘lavoro in nero per i Renzi e alle paghe ci pensava Matteo’ è l’ennesima diffamazione. E dire che basterebbe conoscere le leggi per capire. I ragazzi che distribuivano i quotidiani, infatti, erano pagati cash perché trattenevano il loro compenso da ciò che incassavano con la vendita dei quotidiani ma poi ovviamente l’azienda provvedeva al pagamento delle tasse come previsto dalla legge. Era pagamento in contanti, NON in nero: una semplice differenza che in sede di tribunale sarà facilmente dimostrabile”, scrive su facebook Tiziano Renzi. “Ho dato infatti mandato ai legali di procedere contro il signor Belpietro. Il tempo sarà galantuomo contro questa ennesima schifezza come lo è stato con il signor Travaglio e mi auguro lo sarà con le altre cause gia aperte contro il signor Belpietro. Stupisce che questi signori, nonostante i tanti procedimenti aperti e le condanne, continuino a pontificare a reti unificate contribuendo a creare un clima di odio e di fake news. Io non ho talk show che mi paghino per dire inesattezze, come ha fatto ad esempio Otto e Mezzo con Travaglio. Posso solo reagire con la forza della verità. Quando arriveranno le sentenze sarà mia cura tenervi informati. Intanto buona domenica a tutti”, conclude.