La Boldrini li denunciò, chiesta la condanna di Fiamma e dei “Fasci” regolarmente eletti

13 Dic 2018 13:22 - di Luciano Marescalco

La denuncia era partita da Laura Boldrini, che aveva scritto una lettera di denuncia, in veste di presidente della Camera, all’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti, per chiedere di intervenire sulla lista “Fasci italiani del lavoro”, con simbolo del fascio littorio, che aveva fatto eleggere consigliere comunali a Sermide e Follonica, in provincia di Mantova. Il pm, dopo l’apertura di un fascicolo, ha chiesto condanne per complessivi vent’anni di reclusione con l’accusa di tentata ricostituzione del partito fascista per i fatti risalenti all’11 giugno 2017. A Sermide e Felonica, 7mila abitanti in provincia di Mantova, si votò per le elezioni amministrative e la lista Fasci italiani del lavoro ottenne il 10% dei voti facendo eleggere una consigliera comunale, Fiamma Negrini.

Nel processo che si svolge con rito abbreviato davanti al gup Gilberto Casari, il procuratore capo di Mantova Manuela Fasolato ha chiesto che gli imputati, sei in tutto, vengano condannati a pene per un totale di 20 anni. La decisione dei giudici arriverà il 22 marzo.

Chi rischia di più è Claudio Negrini, segretario dei Fasci italiani del Lavoro: 4 anni di reclusione mentre la “pasionaria” di destra, sua figlia Fiamma Negrini, 23enne, eletta nel consiglio comunale di Sermide e Felonica, potrebbe scontare una pena di 20 mesi. I Fasci italiani ottennero un grande risultato elettorale, non previsto, neanche dalla Boldrini, che immediatamente chiese e “ottenne” che la magistratura si muovesse. Minniti si attivò presso la prefettura di Mantova chiedendo l’immediata rimozione del commissario prefettizio incaricato di vigilare sulle liste elettorali. E i voti dei cittadini? La democrazia? Il consenso?

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *