Il disastro chiamato Virginia Raggi: a Roma non ci resta che piangere

13 Dic 2018 14:00 - di Girolamo Fragalà
Virginia

Mai Roma è stata così male. E il disastro ha un nome e cognome: Virginia Raggi. Chiusa nel suo limbo dorato, circondata da qualche cicisbeo politico, non si accorge nemmeno di essere tra i personaggi più bersagliati del web, travolta da insulti e sfottò (il meno pesante è bambolina). In una città dove non c’è una (dicasi una) strada che non sia piena di buche, lei è arrivata persino a postare sulla sua pagina fb l’immagine di un pezzettino di asfalto esultando per aver coperto una buca. E i suoi fedelissimi – pochi, per fortuna – l’hanno osannata come se avesse fatto la rivoluzione. In una città invasa dall’immondizia, con gli abitanti delle periferie che non sanno neppure dove mettere i sacchetti, lei pensa di aver ripulito i quartieri. Si limita a promettere, faremo, faremo, faremo, dando sempre la colpa a chi è venuto prima. Un modo infantile di rassicurare i propri seguaci e uscirsene per il rotto della cuffia. Per non parlare dell’allerta meteo (rivelatosi un mezzo bluff) che le ha fatto chiudere le scuole di ogni ordine e grado. I romani sono incazzati e lo dicono chiaro e tondo, ce semo rotti i coj… La Raggi ha iniziato con l’albero Spelacchio e ha finito per ridurre a spelacchio l’intera città. Meglio poi non toccare il problema dei campi rom, lì il disastro è completo. Ciliegina sulla torta, la chiusura delle stazioni metro nel periodo natalizio. È stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

La Raggi tra buche, immondizia
e caos nel trasporto pubblico

Sulla situazione dei mezzi pubblici parlano le cifre ufficiali, presentate proprio nel luogo del delitto, ossia dove lei fa la (presunta) sindaca. Negli ultimi quattro anni è raddoppiato il numero delle corse di autobus Atac soppresse che nel 2017 sfiora 1,3 milioni. L’aumento è stato pari al 5% rispetto al 2016. Guasti e ritardi hanno fermato quasi una vettura su due. Dato aggravato dal numero degli utenti trasportati che nella Capitale si aggira attorno a un miliardo e duecento milioni di passeggeri l’anno, superando l’intera somma di quelli che si avvalgono del tpl a Milano (568mila), Torino (251mila) e Napoli (120mila).  È quanto emerge dalla relazione annuale 2018 dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma. La relazione è stata presentata incredibile dictu proprio in Campidoglio. Si sottolinea come resti problematica la situazione della mobilità, soprattutto degli autobus, anche a causa del taglio dei costi per la manutenzione che rendono il parco mezzi Atac tra i più vecchi d’Italia. Non va meglio per la metropolitana.  Mancanza di pezzi di ricambio, scioperi e malfunzionamenti sono alcune delle cause responsabili di una flessione in negativo del 6% della qualità percepita dagli utenti rispetto all’anno precedente, con un ingente aumento anche in questo caso delle corse perse di oltre il 41% tra 2016 e 2017.

Dai cittadini il voto
che condanna la Raggi

Le carenze del servizio si ripercuotono sulla qualità percepita e il voto espresso dai cittadini non solo non raggiunge mai la sufficienza, ma è in costante declino. L’unico dato che registra il segno più è il numero degli abbonamenti annuali venduti e in generale i ricavi dalla vendita dei titoli di viaggio, che arriva a coprire ora il 31% dei costi operativi, in linea con il dato del 2016 e in tendenziale crescita dal 2012, quando la copertura si attestava al 26%. Bene i ricavi dalle strisce blu che, si legge ancora nel Rapporto, sono ampiamente sufficienti a coprire i costi del servizio, grazie ad alcuni accorgimenti messi in atto negli ultimi anni tra cui l’intensificazione dei controlli e delle sanzioni, la possibilità di effettuare il pagamento tramite sistemi informatici e l’ammodernamento dei parcometri, per un ricavo pari a 421 euro l’anno per ogni stallo su strada, oltre il 50% in più di Milano (279 euro).

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