Il caso Blangiardo, processato per le sue idee. È troppo cattolico… (video)
Lui si chiama Giancarlo Blangiardo, ha 70 anni, è professore di demografia alla Bicocca di Milano ed è stato proposto dal consiglio dei ministri come presidente dell’Istat. Subito i media antigovernativi hanno cominciato a spulciare nelle pieghe della sua biografia, proprio come avvenne per il presidente della Rai Marcello Foa, accusato di avere postato tweet troppo critici nei confronti del Quirinale.
In pratica sono andati a caccia di qualche reato d’opinione da imputare a chi non è allineato con le opinioni in voga, con la cordata mainstream. Un “dettaglio” che si trova sempre. L’Espresso ha cominciato quindi a sparare ad alzo zero: Blangiardo è troppo vecchio, e ancora è “il demografo preferito da Salvini” e infine, colpa inemendabile, è antiabortista e ha pure preso parte a un convegno contro l’ideologia gender (era l’ottobre del 2015 e la “grande adunata” anti-gender, come la chiama L’Espresso, fu organizzata da Roberto Maroni). E poi è anche troppo cattolico. In pratica Blangiardo ha tutte le caratteristiche per essere designato come “nemico”. Repubblica si è adeguata alla linea, e la Cgil pure decretando che la sua nomina metterebbe a rischio l’indipendenza dell’Istat. I lavoratori Istat, pilotati sempre dalla Cgil, si sono riuniti in assemblea per protestare contro l’investitura di Blangiardo, invocando l’aiuto del presidente Mattarella. Ciliegina sulla torta: l’accusa di razzismo, in quanto Blangiardo è contrario allo ius soli.
Così sono stati i deputati di opposizione in commissione Affari costituzionali di Camera e Senato, chiamati a ratificare la sua nomina, a chiedergli conto delle sue opinioni e anche dell’accusa di razzismo. Il professore si è dovuto difendere, spiegando la sua posizione sulla legge 194: «Non penso assolutamente che si debba abolire la legge 194 – ha spiegato – a me piacerebbe che le donne non debbano abortire, evitiamolo creando le condizioni». E a chi gli contestava la proposta di calcolare l’aspettativa di vita a partire dal concepimento, ha replicato: «Quella tavola è un esercizio. Si può condividere o no. Si immagina il rischio di probabilità di morte di ipotetici embrioni. Una volta l’Istat faceva le tavole di nuziabilità ora se io facessi delle tavole sulla probabilità di convivenza invece che di matrimonio non sono mica contro il matrimonio», ha detto. «Ad ogni modo – ha concluso – nessun presidente dell’Istat si mette a fare le tavole dal concepimento». Il presidente del Forum delle Famiglie Gigi De Palo ha espresso su Fb solidarietà a Giancarlo Blangiardo: “Leggo sui giornali – ha scritto De Palo – che il professor Blangiardo, candidato ad essere nominato nuovo presidente dell’Istat, ha dovuto subire una sorta di processo da parte della commissione Affari Istituzionali di Camera e Senato. Purtroppo in Italia riusciamo a politicizzare e a polemizzare su tutto, anche sulla nomina di un indiscusso professionista a capo di un ente che si occupa di demografia e statistica. Trovo assurdo il fatto che uno studioso debba giustificarsi delle sue idee (chiaramente quando rispettano i principi della dignità di ogni persona umana). La libertà è una cosa seria e abbiamo bisogno della genialità di chi fa cultura, non della neutralità di automi che restano sempre nel politicamente corretto”.