Ci sarà mai giustizia per Giulio Regeni? Noi non ci crediamo

5 Dic 2018 17:58 - di Tano Canino

No, non ci sarà giustizia per Giulio Regeni. Noi non ci crediamo. Nonostante l’iniziativa della Procura capitolina che ha iscritto 5 alti papaveri dei servizi segreti egiziani nel registro degli indagati; nonostante il protagonismo forzato ma, ahinoi inconcludente del presidente della Camera Fico; nonostante la strombazzata “fermezza” delle nostre istituzioni; nonostante le cicliche, reiterate richieste della politica tutta e le altrettanto cicliche ma, piuttoso inutili e scontate campagne di stampa. No, non ci sarà giustizia per Giulio Regeni. Nonostante o, forse, proprio in virtù di quanto sopra. Ovvero, di quell’attivismo parolaio e inconcludente che prescinde dai fatti. Perchè è solo dalla valutazione di fatti e circostanze che si può giungere alla verità. Quella  incontrovertibile. Ma di questo passo e con siffatti protagonisti è facile pronosticare, invece, che la tanto sospirata (a parole) verità non emergerà mai. Noi pensiamo -ad esempio- che la verità su questo barbaro assassinio non si possa dire. E perciò che non la si potrà mai trovare. Basta farsi alcune semplici domande per arrivare a questa nostra sconfortante conclusione. Perchè è tanto quello che non quadra nella vicenda. E non è roba di procure e di magistrati. È roba che investe formidabili interessi politici ed economici. Perchè il giovane ricercatore della Cambridge University è stato inviato al Cairo, come adesso hanno rilanciato gli egiziani, con un visto turistico e non studentesco? Perchè la tutor di Regeni, Maha Abdel Rahman, nota simpatizzante dei Fratelli Musulmani, lo ha pure costretto a seguire in Egitto le indicazioni di un’altra tutor “dissidente”, nemica del governo di Al-Sisi? Quale interesse avrebbero avuto gli egiziani ad eliminare il ragazzo? E come mai, dopo il barbaro assassinio, invece di far sparire il cadavere (come accade spesso da quelle parti) lo hanno fatto ritrovare? Domande tante, risposte zero. Forse perchè avere le giuste risposte aprirebbe a scenari diversi. Coinvolgerebbe e chiamerebbe in causa altri apparati e altri protagonisti. Come, ad esempio, l’Inghilterra e i Servizi di Sua Maestà. Gente da sempre presente e operante a il Cairo. Gente capacissima di organizzare una trappola per scompaginare gli ottimi rapporti economici tra Italia ed Egitto. Magari per sostituire la nostra Eni con Bp p.l.c. o con Shell o con entrambe. Come fatto dai francesi con la Total in Libia. Contratti miliardari per lo sfruttamento degli enormi giacimenti di gas egiziano. Un tempo si dichiarava guerra per molto meno. Oggi, forse, si è provato a far saltare accordi e contratti  col ricercatore triestino nel ruolo di vittima sacrificale. Ecco perchè crediamo che, purtroppo, non ci sarà giustizia per Giulio Regeni.

 

 

 

 

 

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