Auguri al Colle, Salvini diserta. Mattarella bacchetta il governo sull’informazione
Governo quasi al completo per ascoltare il capo dello stato che questa sera ha ricevuto al Quirinale, nella sala dei Corazzieri le alte cariche dello Stato, per gli auguri. Il premier Giuseppe Conte, che stamattina ha illustrato in Senato la manovra, dopo il via libera di Bruxelles, era seduto a fianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con loro la seconda carica dello Stato, la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati. Tra i primi ad arrivare il vicepremier, Luigi Di Maio. In prima fila, poi, i ministri Fraccaro, Bongiorno e Bonisoli. Assenza di rilievo quella del vicepremier Matteo Salvini, che ha dato forfait per impegni a Milano. Presenti il leader di Fi, Silvio Berlusconi e l’ex premier Paolo Gentiloni. A rappresentare la Lega, in prima fila, tra gli altri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti e il responsabile economico del partito, Alberto Bagnai. Tra i ministri al Quirinale anche Giovanni Tria. A fare gli auguri anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi che ha salutato Conte. A brindare poi il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
MATTARELLA
«Ho valutato molto positivamente la scelta del governo di avviare un dialogo costruttivo con la Commissione europea -che ha agito con spirito collaborativo- sulla manovra di bilancio per giungere a soluzioni condivise, raggiunte in questi giorni», è stato uno dei passaggi del discorso del Presidente della Repubblica, che poi ha parlato anche della tragedia del ponte Morandi: «Il ponte di Genova è oggi una grande questione nazionale: dalla sua ricostruzione dipende un collegamento vitale per la città e anche una parte della nostra credibilità internazionale». Ed ancora, bacchettate al governo sul taglio dei fondi all’editoria: «Il pluralismo nella libertà riconosciuta al mondo dell’informazione e alle molteplici voci che ne costituiscono espressione è da salvaguardare perché rappresentano un presidio irrinunciabile dello Stato democratico».
19 Dicembre 2018 — Ora sono convinto che, per fare la cosa giusta sempre, anche se è la più difficile: occorre fare ora di sinistra e ora di destra. La storia, che nessuno vuole andare a leggere, lo insegna. E gli storici? Sono all ammasso pure loro. Per cui, continuare a essere di dx o di sx significa… evitiamo, perchè è brutto assai.