Abruzzo, Marsilio incassa il sostegno di Berlusconi: «È il candidato migliore»
La decisione sulle regionali «è ormai prossima». Ad assicurarlo è stato Silvio Berlusconi, confermando comunque che per l’Abruzzo esiste già un nome, come era stato anticipato al termine dello scorso vertice da FdI: «Non c’è ancora la decisione definitiva, ma ritengo che Marco Marsilio abbia più degli altri candidati queste caratteristiche e che le saprebbe mettere in campo per la sua regione a nome del centrodestra». Quanto alla Lega il deputato e segretario regionale in Abruzzo Giuseppe Bellachioma ha spiegato che «finché non mi arriverà una comunicazione di Salvini, non posso confermare che la Lega lo sosterrà». Si attende, dunque, solo il prossimo incontro dei leader del centrodestra per l’ufficialità.
Il vertice per le regionali
La riunione tra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini si terrà nei prossimi giorni e servirà a definire non solo i candidati governatori, ma anche le liste. «Ci siamo sentiti in queste ore con gli altri leader del centrodestra e penso che ci incontreremo questa settimana», ha detto il Cav, in un’intervista all’agenzia di stampa Adnkronos. «Come sempre, il nostro criterio di scelta non sarà quello di una spartizione di incarichi fra i partiti, ma invece l’individuazione in ogni realtà del candidato che presenta le caratteristiche migliori, per competenza, prestigio ed esperienza: il nostro obiettivo non è solo vincere le elezioni, è soprattutto assicurare ad ogni regione cinque anni di buon governo all’altezza delle legittime attese degli elettori».
Il governo giallo-verde «frutto di una manovra di palazzo»
Sullo sfondo resta l’anomalia di una coalizione che si candida e governa insieme in tutti i territori, ma non a livello nazionale. Uno scenario che, per Berlusconi, dipende dal fatto che «anche questo governo, come i cinque ultimi, non è stato scelto dagli italiani, ma è il frutto di una manovra di palazzo, che ha messo insieme gli opposti». «L’ultimo governo voluto dagli elettori è stato il governo Berlusconi nel 2008, dieci anni fa», ha aggiunto il Cav, che «considerate le divisioni tra M5S e Lega» vede le condizioni politiche per una nuova maggioranza di centrodestra. «La maggioranza relativa degli italiani – ha ricordato il leader azzurro – aveva scelto il centrodestra, oggi questa maggioranza secondo i sondaggi sarebbe assoluta. Sarebbe logico che un nuovo governo ne fosse finalmente espressione».
«Salvini sbaglia a deludere le attese degli elettori di centrodestra»
Berlusconi si è detto convinto che il governo Conte non durerà oltre le europee e ha aggiunto che «Salvini oggi gode di consenso personale grazie al suo dinamismo e alla sua capacità di intercettare alcuni umori dell’elettorato, ma commetterebbe un grave errore se ritenesse di poterlo mantenere pur continuando a venir meno alle attese degli elettori di centrodestra, dal taglio delle tasse, alla semplificazione burocratica, alle grandi opere». «L’esecutivo sta andando sulla strada opposta», ha chiosato il Cav, che ha rifiutato la definizione di “campagna acquisti” per il passaggio del grillino Matteo Dall’Osso a Forza Italia. «Non si può assolutamente parlare» di questo, ha spiegato Berlusconi, aggiungendo che altri pentastellati potrebbero cambiare partito. «I più consapevoli fra loro si stanno accorgendo di essere al servizio di un progetto totalizzante, gestito da due/tre persone, che sta portando il Paese verso il baratro. Parecchi di loro si stanno ponendo il problema di come salvare sé stessi e l’Italia, attraverso scelte a favore del Paese», ha detto il leader azzurro, per il quale «le reazioni furiose, ai limiti dell’intimidazione, che si sono scatenate sono la spia della preoccupazione dei vertici grillini che conoscono il grave disagio che vive la loro base parlamentare».
Una manovra «tutta da riscrivere»
Il Cav quindi ha ribadito la sua bocciatura netta della manovra finanziaria, rispetto alla quale «se l’Italia eviterà la procedura di infrazione sarà una piccola riduzione del danno». «Non parlerei davvero di successo di un governo che, partito sfidando l’Europa con vere e proprie sceneggiate ad uso elettorale, è ora costretto a rimangiarsele in modo confuso», ha detto Berlusconi, per il quale è «del tutto evidente che il problema non è qualche decimale». Si tratta di «una manovra che non prevede nulla per tagliare le tasse, per attrarre investimenti, per far ripartire la crescita e l’occupazione. Al contrario – ha chiosato – è una manovra recessiva che combatte la crescita e trascina l’Italia verso la povertà. È tutta da riscrivere, ma non basterà cambiarla, bisogna cambiare questo governo».
«Non parlo di Casaleggio»
Infine solo una battuta su Davide Casaleggio e sulla possibilità che si trovi in conflitto d’interessi rispetto all’attività del M5S e del governo. «Non ho nulla da dichiarare sul signor Casaleggio. Posso dire che tutte le accuse di conflitto di interessi nei miei confronti sono miseramente crollate, prima ancora che nelle aule di giustizia, nel giudizio della storia e in quello degli elettori», si è limitato a rispondere Berlusconi.