Tre clandestini massacrano di botte una 17enne. Poi in 2 se ne vanno e il terzo la stupra

29 Nov 2018 11:35 - di Greta Paolucci

La massacrano di botte, in tre contro una. La immobilizzano, la minacciano, la pestano a sangue: in tre contro una. Tre uomini, tre adulti, tra marocchini irregolari in Italia, tre clandestini, contro una ragazzina 17enne. Non solo: uno di loro, una sorta di ex fidanzato della vittima, non contento della violenza inferta e del terrore suscitato, ha continuato a soggiogare la sua preda con la ferocia di una stupro che si è ripetuto più volte, protraendo a lungo lo strazio della giovane e reiterando nel tempo dolore e paura, rabbia e choc. L’episodio, di una efferatezza come poche, è accaduto a Sassuolo nel marzo dell’anno scorso, nella cornice di un edificio dismesso, una ex fabbrica di ceramica in disuso, luogo di ritrovo e di bivacco per emarginati e violenti come i 3 clandestini protagonisti di questa terribile vicenda arrivata alla resa dei conti giudiziaria. Almeno per due dei clandestini balordi: il terzo, infatti, risulta ancora latitante. Nella giornata di ieri, infatti, si sarebbe dovuta svolgere la prima udienza del processo a carico dei tre imputati, che è invece stata rinviata ad aprile…

Sassuolo, tre clandestini marocchini massacrano di botte una 17enne

Dunque, 3 clandestini di nazionalità marocchina massacrano di botte una 17enne: poi, dopo che due di loro se ne vanno, il terzo la stupra. Ripetutamente… Nella mente della 17enne brutalmente pestata dai tre marocchini, e poi violentata da quello che riteneva essere il suo fidanzato, i segni della violenza subìta resteranno indelebili: per i tre imputati probabilmente invece i reati a loro ascritti sono solo voci che allungano i fogli delle pratiche intestate a loro nome, in cui i tre balordi risultano già pregiudicati per reati di spaccio e clandestinità sul nostro territorio nazionale. Un ennesimo sfregio, il loro, inferto a una ragazzina all’epoca dei drammatici fatti ancora minorenne dai trascorsi difficili e dalle frequentazioni pericolose dalla morsa delle quali non è riuscita a liberarsi in tempo nonostante vani tentativi. E allora, per un miracolo la 17enne di Sassuolo non ha subìto l’epilogo tragico toccato in sorte alla povera Desirée: come al vittima romana, lasciata morire con una dose letale e dopo lo stupro di gruppo di pusher stranieri nel capannone occupato di San Lorenzo a Roma, anche la minorenne di Sassuolo – a quanto riporta in queste ore, tra gli altri, anche il Giornale – picchiata e poi abusata da tre stranieri di nazionalità marocchina all’interno di un stabilimento di ceramiche abbandonato in periferia, conosceva i suoi carnefici perché «era solita trascorre diverso tempo alla “vecchia ceramica”, dove poteva procurarsi una dose e trascorrere del tempo con il suo compagno, un 32enne nordafricano poi divenuto il suo principale aguzzino».

Poi due se ne vanno, e il terzo la stupra. Ripetutamente…

E allora, alla 17enne non è bastato provare più volte a chiudere quella turbolente relazione con quello straniero violento, più grande di lei. Non le è servito provare a contrastarlo durante la lite e non è riuscita a difendersi da lui, a evitare il pestaggio. Non ha potuto opporsi alla forza bruta di altri due adulti nordafricani che la pestavano e la immobilizzavano perché il suo fidanzato potesse farle male più agevolmente. «Ero con loro nella ceramica abbandonata, abbiamo iniziato a litigare all’improvviso, io e lui. Ci eravamo frequentati», prova a ricostruire in un drammatico racconto la vittima… «Mi ha trascinato a terra e loro mi hanno tenuta ferma», prosegue la 17enne spiegando alle alle autorità il suo calvario, come riportato dalle colonne de “Il resto del Carlino” e ripreso da quelle de il Giornale. E ancora: «A turno, i tre uomini hanno infierito con violenza su di lei. “Poi gli altri due mi hanno tenuta ferma e lui ha continuato a colpirmi”. Indifesa contro tre uomini più grandi, e l’incubo vero non era ancora cominciato. Ad un certo punto i complici del marocchino se ne sono andati, lasciando il carnefice da solo con la sua vittima». E l’aggressione è diventata uno stupro e la paura è degenerata in terrore…

 

 

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