Si scrive olio, ma si legge oro. E il nostro extravergine vale un Perù
Il mercato dell’olio di oliva di qualità vale oro, tanto che l’extravergine (o evo, secondo l’acronimo coniato dall’agronomo Marco Epifani) è sempre più considerato come un bene tra i più ricercati. È quanto emerge dalla ricerca Nomisma commissionata da Frescobaldi con l’obiettivo di indagare il posizionamento dell’olio tra i prodotti luxury nella percezione dei consumatori e le abitudini di consumo nelle tavole dei ristoranti e nelle diete degli italiani. Essenziali, consapevoli, stellati e luxury: sono i quattro profili che emergono dalla ricerca realizzata attraverso un questionario online su un campione di mille italiani tra i 18 e i 65 anni. Gli essenziali (46 per cento dei consumatori), cauti e tradizionalisti, puntano al risparmio: si tratta principalmente di uomini, dai 45 ai 55 anni, con reddito e titolo di studio medio-bassi. I consapevoli (20 per cento) sono i consumatori amanti della cucina, salutisti e responsabili: principalmente donne, dai 55 ai 65 anni, con reddito medio e titolo di studio medio-alto. Gli stellati (19per cento), invece, sono sperimentatori e alla moda, interessati ai prodotti alimentari di lusso e alla cucina gourmet: per lo più uomini, dai 30 ai 44 anni, con reddito e titolo di studio alti. Infine, i luxury (15 per cento). Gli appartenenti a questa “minoranza” conducono uno stile di vita agiato e mondano circondandosi di beni di lusso: anche qui in maggioranza uomini, dai 35 ai 50 anni, con reddito e titoli di studio alti.