Raggi, Di Maio e Dibba festeggiano insultando i giornalisti: «Infimi sciacalli»

10 Nov 2018 17:41 - di Eleonora Guerra

«Infimi sciacalli» e «vere puttane». I problemi giudiziari di Virginia Raggi o il calo di consensi del M5S, registrato da tutti i sondaggi, hanno dei mandanti precisi: sono i giornalisti. È la chiave di lettura che lo stato maggiore pentastellato offre un minuto dopo l’assoluzione del sindaco, insultando e minacciando repulisti e leggi bavaglio. Un tentativo di buttarla nel caos, guidato dai gemelli diversi dell’universo grillino: il candidato in pectore per tutte le stagioni, Alessandro Di Battista, e il vicepremier Luigi Di Maio, che evidentemente ricorda il suo ruolo istituzionale solo per agitare il potere di censura.

«Il peggio in questa vicenda lo hanno dato la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, che ogni giorno per due anni, con le loro ridicole insinuazioni, hanno provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi», ha scritto su Facebook il vicepremier, per il quale «la vera piaga di questo Paese è la stragrande maggioranza dei media corrotti intellettualmente e moralmente. Gli stessi – ha aggiunto – che ci stanno facendo la guerra al governo provando a farlo cadere con un metodo ben preciso: esaltare la Lega e massacrare il Movimento sempre e comunque». Dunque, non le leggerezze dei suoi esponenti e nemmeno la parola degli elettori che si esprime nei sondaggi. A monte di tutti i mali che si abbattono sul M5S c’è la stampa, che per il numero due del governo, a sua volta iscritto all’Ordine dei giornalisti, si identifica con «pagine e pagine di fakenews, giornalisti di inchiesta diventati cani da riporto di mafia capitale, direttori di testata sull’orlo di una crisi di nervi». E, soprattutto, va imbrigliata il prima possibile: «Presto faremo una legge sugli editori puri, per ora buon Malox a tutti», ha annunciato Di Maio, rilanciando uno spauracchio ormai più che ricorrente.

Di Battista, poi, ha scelto il vernacolo puro, indicando i giornalisti come «puttane» e lanciandosi in una parafrasi che per chi abbia un minimo di memoria storica e consapevolezza politica è ancora più offensiva del turpiloquio. «Infangare un grillino per costoro non è mai reato», ha detto. E non sfuggirà l’assonanza con «uccidere un fascista non è reato», con quell’effetto farsa su un slogan che fu alla base di autentiche tragedie. Ma tant’è. Il figlio dell’ex missino ritiene di concludere così il suo scomposto atto d’accusa nei confronti dei giornalisti. «Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà», è stato il post di Di Battista, che ha invitato a non prendersela «con i pubblici ministeri, hanno solo fatto il loro lavoro». Per lui, «i colpevoli sono coloro che l’hanno insultata, calunniata», quei pennivendoli «che da più di due anni le hanno lanciato addosso tonnellate di fango con una violenza inaudita».

Del resto, a far capire quale sarebbe stato l’andazzo ci aveva pensato in mattinata il marito della Raggi, Andrea Severini, postando (e poi cancellando) su Facebook una foto di alcuni giornalisti in attesa sotto casa loro: «Avvoltoi con sembianze umane», era il commento a corredo, che ha istigato nei follower insulti e istinti violenti fra i più fantasiosi, dal lancio di olio bollente a quello di monetine arroventate. Il tutto mentre la Raggi, dopo l’assoluzione, invitava a una riflessione ben precisa: «Il dibattito politico non deve trasformarsi in odio». Va da sé, dopo essersi presentata lei stessa come una vittima «mediaticamente e politicamente colpita con una violenza inaudita e con una ferocia ingiustificata».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Adriano Leonardi 12 Novembre 2018

    OGNI BOTTE, DA’ IL VINO CHE HA.

  • ADRIANO AGOSTINI 11 Novembre 2018

    Hanno pienamente ragione. Hanno buttato fango sulla Raggi per due anni interi. E’ una grande vergogna.

  • Giacomo Puliatti 11 Novembre 2018

    Ma come mai non c’è nessuno che commenta questo increscoso fatto? Capisco che il politico vuole vincere sempre e a tutti i costi ma non capisco i giornalisti. Farsi mettere il bavaglio è il più grosso errore che si possa commettere, siete la voce del popolo, lo siete sempre stato e dovete continuare ad esserlo, non potete dargliela vinta!! già hanno cancellato il finanziamento alla carta stampata costringendo molti a chiudere i loro rubinetti, La vostra è una sopravvivenza necessaria, lottate non solo per voi ma per il futuro dell’informazione….. quella libera e intoccabile, voi siete liberiiii!!!!

  • Pinzaglia Quinto 11 Novembre 2018

    Non ho votato 5 stelle e non lo farò mai però x quanto riguarda alcuni giornalai la penso come Di Maio e Di Battista

  • Angela 11 Novembre 2018

    Io non sono una fan dei 5*,ma su una cosa hanno ragione,l’ottanta per cento dei giornali e dei media in generale rema contro il governo e i giornalisti scrivono spesso un sacco di fesserie tentando di influenzare l’, opinione pubblica…Ma la gente che oggi può informarsi di politica in tanti modi diversi ,si fa un’idea e decide con la propria testa senza farsi condizionare,almeno si spera.

  • Rita 11 Novembre 2018

    normale direi, non dimentichiamo che il MoViMento è stato partorito dalle menti di un comico e di uno colluso con il mondo dell’alta finanza e nato da un vaffanculo. che altro aspettarsi? che arrivi il momento buono di scaricarli e lasciarli alla loro deriva. in tanti stanno cominciando a stufarsi della loro volgarità, della loro impreparazione, della loro ottusità del loro dilettantismo. si autodistruggeranno come ha fatto il piddì e non credo ci metteranno tanto. al massimo un mandato per il sindaco e una legislatura per il parlamento.

  • Aldo Barbaro 11 Novembre 2018

    Meno male che ancora ci sono giornalisti con gli attributi ed indipendenti!!!!

  • Giuseppe Forconi 11 Novembre 2018

    Caro Di Maio, questa tua decisione per non aver sostenuto la decisione di buttare fuori la raggi da quel posto, ricadra’ su di te, presto te ne pentirai amaramente dato che Roma non dimentica facilmente.

  • Andrea 10 Novembre 2018

    Viva il giornalismo, viva i giornalisti che raccontano il mondo e tutto ciò che gravita intorno ad esso,viva la stampa,viva i giornali con le loro mille sfumature ,viva i dibattiti e i confronti che nascono sui giornali per poi coinvolgere tutti noi,viva il diritto-dovere di informare e di dare voce anche al più piccolo e non rappresentato da nessuno,viva la libertà d’opinione,viva il diritto di sapere ,di essere collegati con i fatti e la realtà.Lungi da me atteggiarmi a Cassandra ma temo ritorsioni e bavagli in arrivo e credo fermamente che la situazione attuale non sia affatto tranquilla e che presto questi signori tenteranno in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote alla democrazia colpendo e neutralizzando un pilastro importantissimo come l’informazione.Carissimi 5stelle il vostro modello è l’Unione Sovietica,è inutile girarci intorno ,è proprio così e il vostro metodo di fare giornalismo si ispira a un giornale molto famoso di quell’ammasso di Repubbliche schiave e cioè Sua Maestà La Pravda ,l’unico giornale del regime comunista accreditato in quel triste,lungo periodo.Spero che tutti facciano la loro parte quando arriverà il momento di difendere i nostri giornalisti e la pluralità dell’informazione . Ricordo che pochi anni fa grazie a una legge liberticida i giornalisti potevano perfino se condannati finire in galera e grazie al contributo di tante persone influenti e allo sdegno popolare questa abominevole ingiustizia è stata respinta al mittente.Non vorrei sbagliarmi ma sono sicuro che al governo del Paese ci fosse il Partito Democratico.