Non c’è pace per l’Interpol: dopo il cinese arrestato, il russo che spaventa gli Usa

20 Nov 2018 19:55 - di Laura Ferrari

Il Cremlino denuncia “ingerenze” nell’elezione del nuovo presidente dell’Interpol, che vede favorito il russo Alexander Prokopchuk. «Questa è una forma di interferenza nel processo elettorale di un’organizzazione internazionale», ha detto il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov. All’elezione di Prokopchuk si oppongono, tra gli altri, un gruppo di senatori statunitensi.

L'ex presidente dell'Interpol, arrestato per corruzione

L’ex presidente dell’Interpol, arrestato per corruzione

Il candidato russo alla presidenza dell'Interpol

Il candidato russo alla presidenza dell’Interpol

 

Delegati Interpol riuniti a Dubai

I delegati dell’Interpol, riuniti a Dubai da domenica, devono scegliere il successore del cinese Meng Hongwei, costretto alle dimissioni e arrestato lo scorso ottobre in Cina con l’accusa di corruzione. Due sono i candidati in lizza per la successione: l’attuale presidente ad interim, il sudcoreano Kim Jong-yang, e il russo Alexander Prokopchuk.

«Eleggere il generale Alexander Prokopchuk come presidente dell’Interpol sarebbe come mettere una volpe alla guida di un pollaio». Così un gruppo bipartisan di senatori americani ha chiesto all’amministrazione Trump di opporsi alla candidatura dell’alto ufficiale russo alla guida dell’Interpol. «La Russia abusa frequentemente dell’Interpol con l’obiettivo di aver vantaggi, molestare gli avversari politici, dissidenti e giornalisti» prosegue la dichiarazione del democratico Chris Coons e dei repubblicani Marco Rubio, Jeanne Shaheen e Roger Wicker, sottolineando che Prokopchuk, attuale vice presidente dell’Interopl, è stato «coinvolto personalmente in questa strategia di intimidazioni». «Se sarà eletto presidente dai membri dell’Assemblea Generale domani non abbiamo dubbi sul fatto che Prokopchuk renderà ancora più istituzionalizzati questi abusi», concludono i senatori.

Il Washington Post: “Interpol a rischio credibilità”

Il Washington Post, sempre ostile all’amministrazione Trump, si schiera contro la possibilità che l’Interpol scelga un russo per la poltrona di presidente. Il quotidiano Usa ritiene che la nomina di Alexander Prokopchuk, attuale vice presidente, possa consegnare l’organizzazione nelle mani di Mosca, che ha già ripetutamente “abusato” degli strumenti dell’organizzazione per tentare di colpire gli oppositori di Vladimir Putin. “C’è un lupo alla porta”, recita il titolo dell’editoriale. La scelta di Prokopchuk come presidente, scrive il Post, danneggerebbe la “credibilità” dell’Interpol, già danneggiata per la vicenda del precedente presidente, il cinese Meng Hongwei, richiamato a Pechino e poi arrestato. «Nominare Prokopchuk alla presidenza dell’Interpol sarebbe un colossale errore e danneggerebbe l’integrità dell’organizzazione», conclude l’editoriale del Washington Post.

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