Manovra, Tria esclude correzioni: «La patrimoniale? Sarebbe un suicidio»
«Non siamo la Grecia e le manovre correttive si fanno se accade qualcosa». È perentorio il ministro dell’Economia Giovanni Tria nel difendere l’impianto della “sua” manovra economica dalle pressioni di Bruxelles che la giudica troppo “da cicala” se rapportata al nostro debito pubblico. Il ministro è con il presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno, e deve parare le domande che gli arrivano dai giornalisti convocati per la conferenza stampa. E a chi gli chiede quale soluzione abbia in mente per evitare la procedura sul debito, risponde senza tentennamenti: «Dovremmo fare una manovra di restrizione violentissima (leggi patrimoniale, ndr), che per un’economia in rallentamento sarebbe un suicidio». Come a dire, non si può più tornare indietro.
Tria replica alla Ue: «Non siamo la Grecia»
Parole nette che però rendono indecifrabile il senso del dialogo in corso tra il governo italiano e la Commissione Ue. Tria, l’ha definito addirittura «costruttivo» nell’annunciare che «entro martedì» L’Italia sottoporrà a Moscovici e compagni il nuovo documento programmatico di bilancio salvo aggiungere un secondo dopo che «i pilastri, le caratteristiche (della manovra, ndr) fondamentali saranno ribadite». Comunque sia, il titolare dell’Economia non si è nascosto dietro un dito. Neppure quando ha dovuto giustificare la scelta di discostarsi dai parametri europei di bilancio: «La deviazione dalle regole esiste – ha ammesso – ma manteniamo la discussione nell’ambito delle nostre ragioni». Del resto, così fan tutti. «In passato – ha infatti rimarcato Tria – quasi tutti i paesi hanno violato le regole». Quanto alla reazione della Ue, «vedremo quale sarà la decisione».
Non cambiano i fondamentali del documento di bilancio
Analoghi concetti il ministro aveva espresso poco prima nell’audizione a Montecitorio di fronte alla riunione congiunta delle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Anche qui ha respinto con fermezza qualsiasi accostamento alla Grecia: «Non abbiamo un deficit a due cifre. In caso servisse – ha spiegato -, gli aggiustamenti di spesa e altro possono essere tanti e si possono fare in modo puntuale senza elementi di emergenza cosi eccessivi». Per Tria, il problema «molto grave» risiede soprattutto nel «clima di incertezza e di percezione di pericolo». A suo giudizio, è proprio l’incertezza a scatenare lo spread, sul quale, ha assicurato, «l’osservazione è costante» ma che «preoccupa» se dovesse mantenere a lungo gli attuali livelli. Quanto a reddito di cittadinanza e pensioni, i relativi provvedimenti entreranno in vigore «il prima possibile». Forse persino «per decreto».
Ricordo che un’imposta patrimoniale, ben peggiore del famoso prelievo Amato sui conti correnti (il famoso 6 per mille sui conti correnti), viene “estorta” ogni anno grazie a Monti e seguenti e viene calcolata su qualsiasi patrimonio mobiliare detenuto (azioni, obbligazioni, fondi ecc.).