L’ex pugile La Rocca: «Io ero fiero di alzare la bandiera italiana sul ring»

9 Nov 2018 18:34 - di Liliana Giobbi

«Ho conosciuto Salvini, mi ha chiamato a Latina, pochi giorni fa, ho anche le foto sul telefonino, poi, però non ho avuto il tempo di parlare con lui». L’ex pugile Nino La Rocca, dopo aver ricevuto alla Camera un premio per la carriera, parlando con l’AdnKronos, spiega di aver conosciuto alcuni giorni fa il leader della Lega, ammettendo «che mi propongono in tanti di candidarmi. Adesso dalla Lega mi hanno richiamato per una cena il 27, mi pare. Ma io non sono fatto per la politica», spiega ancora l’ex peso welter, cittadino italiano dal 1983, dopo l’interessamento al suo caso del presidente Pertini che lo chiamò in una trasmissione televisiva condotta da Gianni Minà. Con la politica già c’erano stati contatti: «Ero trentenne, a Roma, mi hanno candidato – ricorda – ma sui santini elettorali mi hanno scritto “Nino” e basta. Ma chi era questo Nino? Manfredi? D’Angelo? Ma chi era?», spiega, non nascondendo la delusione. «So che la politica è una zozzeria». Sul leader leghista dice: «Cambiare l’Italia non è facile, bisogna mettere le persone adatte, lui non ha certo un compito facile, bisogna vedere con il tempo come finirà». La Rocca, nato in Mauritania nel ’59, da padre maliano e madre siciliana, nega che ci sia razzismo in Italia: «Se tu fai il bene, va tutto bene, se vai ad ammazzare, vai a rubare allora cambia, arriva il razzismo. Io ero fiero di alzare sul ring la bandiera italiana – ricorda – . L’ho alzata due volte al Madison Square Garden, a New York, io volevo essere italiano, ho lottato, ho dato tutto» e non va bene ora «che uno arriva e vuole tutto gratis. Io ho fatto anche il militare», ricorda l’ex peso welter. Ma la politica può attendere: «Sono molto credente, sto andando alla grande moschea di Roma, e penso che bisogna fare il bene con tutti, da religioso dico vivi e lascia vivere».

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