Khashoggi, la Turchia consegna le registrazioni dell’omicidio a 5 Stati
Sarebbero nelle mani di cinque Stati le prove registrate dell’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi da parte dei killer di Riad.
Nel corso di un discorso trasmesso dalla televisione di Stato turca, il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha rivelato di aver consegnato le registrazioni che provano l’uccisione di Khashoggi alle autorità di Arabia Saudita, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania.
Parlando alla vigilia del suo viaggio ufficiale a Parigi, dove presenzierà alle celebrazioni per il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, Erdogan ha insistito sul ruolo dell’Arabia Saudita nell’uccisione di Khashoggi sostenendo che Riad sa che l’assassino del giornalista saudita dissidente è fra quei 15 sauditi arrivati in Turchia il giorno prima del suo omicidio, avvenuto l 2 ottobre all’interno del consolato di Riad a Istanbul.
«Abbiamo dato le registrazioni, le abbiamo date all’Arabia Saudita, le abbiamo date a Washington, ai tedeschi, ai francesi, agli inglesi. Sanno tutto da quando hanno ascoltato le conversazioni e tutto il resto», ha sostenuto Erdogan aggiungendo, a proposito dell’esecutore materiale dell’omicidio Khashoggi, che «le 15 persone che sono arrivate a Istanbul (dall’Arabia Saudita, ndr), che sono anche tra i 18 arrestati dalle autorità saudite, sanno sicuramente chi ha ucciso Jamal Khashoggi e dove si trova il suo corpo. L’Arabia Saudita può risolvere il caso facendo parlare questi 15 – ha avvertito Erdogan mandando così un messaggio a Riad – Gli assassini sono sicuramente tra questi 15 o 18, non c’è bisogno di guardare altrove».
Erdogan ha anche criticato la posizione espressa dalle autorità saudite: «Il procuratore generale saudita è arrivato in Turchia per una messa in scena», ha aggiunto riferendosi alla missione del procuratore Saud al-Mujeb e al suo incontro con il procuratore capo di Istanbul Irfan Fidan, che sta guidando le indagini sulla morte di Khashoggi.
Al-Mujeb, ha proseguito Erdogan, «ha chiesto al nostro procuratore di andare là (a Riad, ndr). Ma qui (in Turchia, ndr) è dove sono accaduti i fatti, e si può discutere di tutto qui».
Il presidente turco ha poi chiesto alle autorità saudite di fare la loro parte per rispondere alle domande che restano ancora inevase sulla morte del giornalista: «Ora l’Arabia Saudita dovrebbe sbarazzarsi di questa onta e non agire contro la nostra buona volontà».