Donazioni ai partiti, il tetto dei 500 euro riaccende lo scontro M5S-Lega

8 Nov 2018 15:40 - di Sara Gentile

Si apre un nuovo fronte di scontro M5S-Lega sempre sul terreno dell’anticorruzione. Stavolta al centro della disputa la norma che impone l’obbligo di trasparenza solo per i contributi superiori a 500 euro e che in molti descrivono come un assist per Casaleggio: l’associazione Rousseau incassa per la stragrande maggioranza donazioni inferiori a 500 euro. L’accusa di aver fissato questo tetto per preservare la segretezza dei contributi incassati da Rousseau e dal M5S più in generale proprio non va giù ai 5 Stelle. I vertici del Movimento sostengono che fu il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti, una delle figure di governo più invise ai grillini, a chiedere che l’asticella della trasparenza fosse fissata a 500 euro, «perché ai loro banchetti – dice una fonte di governo 5S – le persone portavano le donazioni cedendo interi salvadanai. Noi siamo a favore della rendicontazione anche di un solo euro e lo siamo tuttora».

Dalla Lega la palla viene rinviata all’altra metà campo. «Abbiamo presentato emendamenti per sopprimere quegli articoli – viene spiegato – quindi è chiaro che non siamo stati noi. I 500 euro, già presenti nel testo base, sono riconducibili al testo scritto dal ministero della Giustizia che ha proposto il provvedimento». Tradotto: «Giorgetti non c’entra niente, basta coinvolgerlo in queste dispute».

Superato lo scoglio della prescrizione, i toni in commissione sembrano tuttavia rasserenarsi. Igor Iezzi, capogruppo della Lega in Affari costituzionali e autore dell’emendamento che, inizialmente, chiedeva di sopprimere per intero le norme per la trasparenza del finanziamento ai partiti e alle fondazioni, spiega che, oltre a proposte di misure per “sbianchettare” per intero l’articolo in questione, si è fatto promotore anche di proposte per alzare l’asticella della trasparenza sopra i 500 euro, «ad esempio a 3.000 – dice – che mi sembra una soglia ragionevole». «Se uno mi da 500mila euro – ragiona – allora mi sobbarco anche un po’ di burocrazia, ma se me la devo sobbarcare per i 600 euro della “sciura” Ines allora gli dico di tenerseli… Comunque stiamo discutendo, al momento il clima mi sembra buono e c’è apertura per capire le istanze, dall’una e dall’altra parte». «Noi siamo per la trasparenza a tutto campo – dice Francesco Forciniti, del M5S, relatore del provvedimento sempre nella I commissione – ovvio che si rende necessario individuare una soglia ragionevole. La trattative vanno avanti, non solo su questo punto ma sull’impianto dell’intero provvedimento».

Commenti

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  • Laura Prosperini 8 Novembre 2018

    non vogliamo i partiti sovvenzionati da prebende di privati, lobby e loschi figuri
    che poi vogliono imporre leggi ad hoc per loro stessi…
    vogliamo che i partiti abbiano il diritto a sovvenzioni pubbliche in ragione delle % di voto ottenute
    al riparo da nefaste influenze di banche e usurai privati
    vediamo di svegliarci in questo
    si al finanziamento pubblico dei partiti