Di Maio, la Bongiorno sta con il vicepremier: la responsabilità è personale
Le “colpe” dei padri non devono ricadere sui figli, ma la vicenda Di Maio, uno scandalo per i detrattori, un peccatuccio per i grillini, si sta ingrossando. Il giorno dopo la denuncia del dipendente della società del padre del vicepremier scende in campo anche la ministra della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno. “Una vicenda dai contorni assolutamente incerti – dice la ministra – ma comunque, e questo per me vale per tutti, ritengo in linea di principio che dobbiamo valutare le persone per quello che fanno in prima persona” e non per azioni compiute dai familiari”. Questo principio per me deve valere per tutti, ribadisce in un’intervista a Radio Capital. quanto alla richiesta di indennizzo per il lavoro «sommerso» da parte de dipendente, che ha scatenato il caso, il contenzioso era ancora in corso nel 2014, quando la società dei genitori di Di Maio è stata donata alla Ardima srl, di cui il vicepremier è proprietario al 50 per cento, come riporta il Corriere della Sera.
Neanche a dirlo il prode Di Maio ha scaricato papà Antonio a tempo di record. Il pressing delle Iene è pesante e il ministro grillino dichiara subit in diretta da Giovanni Floris: “Io e mia sorella chiuderemo l’azienda di famiglia”, quasi contemporaneamente, su Italia1, andava in onda la nuova accusa di tre ex dipendenti della Ardima Costruzioni al papà del vicepremier. Anche loro sostengono di aver lavorato in nero per la società intestata a Paolina Esposito, madre di Di Maio, e di cui dal 2014 il grillino e sua sorella sono soci al 50%.