Bilancio, per gli emendamenti in ritardo è quasi rissa tra Borghi (Lega) e Marattin (Pd)
Alta tensione Lega-Pd in commissione Bilancio della Camera in occasione della scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti alla legge di bilancio 2019, previsto per le 16 di oggi pomeriggio. Protagonisti dello scontro verbale, l’economista del Carroccio, Claudio Borghi Aquilini, presidente della Commissione e il dem Luigi Marattin. Sono appena passate le 16 e Borghi, raccontano, impedisce ai tecnici di Fi e Pd di consegnare le rispettive proposte emendative, perché il tempo è ormai scaduto e non sono ammesse proroghe. Immediata la reazione dei Dem. Marattin non ci sta e affronta a muso duro il collega che ‘presidia’ l’ingresso della commissione e non fa entrare nessuno. Volano parole grosse. Si sfiora la rissa.
Interviene da paciere l’ex ministro Maria Elena Boschi. Ma Borghi vuole le scuse pubbliche, alla fine le ottiene. Ma si tratta solo di una tregua armata. Resta un nervosismo palpabile. ”Per capire cosa è successo -spiega Marattin- va raccontato un antefatto. Il gruppo misto della Lorenzin, intorno alle 14, ha chiesto a un funzionario della commissione una mezz’ora di tolleranza per presentare gli emendamenti alle 16.30. Ottenuto l’ok, la voce gira tra i gruppi e tutti gli uffici si sono tarati sui 30 minuti in più. Per scrupolo e correttezza, qualche minuto prima delle 16 ho chiamato Borghi e ho scoperto che non ne sapeva nulla. Tant’è che lui mi ha ribadito che il termine scadeva alle 16 in punto. Quando mi sono presentato in Commissione, alle 16.03, ho trovato il presidente davanti alla porta che non faceva entrare nessuno”.
“A quel punto -racconta l’esponente Dem- mi sono davvero arrabbiato. Gli ho detto ‘ti capisco, ma se i tuoi non ti hanno informato dello slittamento, non è mica colpa mia. Se c’è stato un difetto di comunicazione, che ci posso fare? Ho provato poi a dirgli che stiamo parlando di dieci minuti, al massimo mezz’ora di ritardo… Lui non ha voluto sentire ragioni e ha detto che gli emendamenti del Pd erano irricevibili. Così come quelli di tutti gli altri ritardatari”. “Boschi -spiega Marattin- è intervenuta per mediare e mi ha fatto sapere che Borghi voleva le mie scuse. Io gliel’ho date. Ma sono convinto di aver fatto bene, perché la Lega non poteva mica pensare che il Pd non avrebbe potuto presentare gli emendamenti per una questione di un minuto. Ma di che parliamo!”. A fine giornata Marattin incrocia in Transatlantico l’azzurro Alessandro Cattaneo e scherza così: ”Avete ringraziato? i vostri emendamenti sono dentro, grazie alla mia rissa con Borghi…”.