Batteri killer resistenti agli antibiotici, è allarme in Italia: diecimila morti

6 Nov 2018 10:12 - di Renato Fratello

Ogni anno in Europa 33mila persone perdono la vita a causa di infezioni provocate da batteri resistenti agli antibiotici. E un terzo di queste morti avviene proprio in Italia. Un “peso” paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e Hiv/Aids messi insieme. È l’allarme lanciato da uno studio dell’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, che stima l’onere di 5 diversi tipi di infezioni causate da “super batteri killer” nell’Unione europea e nello Spazio economico europeo (per un totale di 670.000 casi), basandosi sui dati della rete di sorveglianza antimicrobica europea (Ears-Net) del 2015.

Il prezzo mortale di queste malattie viene pagato più spesso dai bambini di meno di un anno di età e dagli anziani “over 65” e il loro peso è più alto, emerge dallo studio, in Italia e in Grecia. Nel nostro Paese sono infatti 10.762 le morti per questa causa (su oltre 200.000 casi) che si registrano ogni anno, dunque ben un terzo del totale. In Grecia molte meno: 1.626 su circa 18.500 casi. Lo studio stima che, a livello generale, il 75% delle infezioni è associato all’ambiente sanitario e che il 39% è causato da infezioni batteriche resistenti ad antibiotici di ultima generazione come carbapenemi e colistina. E quando questi medicinali non sono più efficaci, è estremamente difficile o in molti casi impossibile curare le infezioni.

Gli autori affermano che «il carico stimato di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici è sostanziale rispetto a quello di altre malattie infettive, e risulta sempre in aumento dal 2007. Le strategie per prevenire e controllare il fenomeno richiedono un coordinamento a livello europeo e globale. Tuttavia, il nostro studio ha dimostrato chela situazione varia notevolmente da un Paese all’altro, evidenziando così la necessità di strategie di prevenzione e controllo adeguate alle esigenze di ciascuno Stato».

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