Antonio Fazio al convegno dell’Ucid: lezioni di economia senza sconti all’Europa

15 Nov 2018 12:06 - di Lucio Meo

L’ex governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, è stato il protagonista del convegno svoltosi il 13 novembre scorso all’Istituto Sturzo, organizzato dal Comitato tecnico scientifico dell’Ucid, l’Unione cattolica degli imprenditori italiani. Da tempo Fazio, di formazione cattolica, esprime forti riserve sulle politiche di rigore della Ue e anche sul ruolo svolto dalla Banca Centrale Europa, a partire dal famoso “bazooka” di Draghi. L’ex numero uno di via Nazionale ha tenuto una lunga lezione spiegando le difficoltà di crescita dell’Italia, i nodi della scarsa produttività e del costo del lavoro, lanciando l’allarme sulla riduzione degli investimenti, soprattutto al sud, negli ultimi anni, ritornando sulla questione del cambio della moneta che con l’euro non ha più potuto svolgere la funzione di recupero di competitività dell’Italia di fronte ai numerosi differenziali strutturali negativi rispetto agli altri Paesi.

Il convegno, a cui hanno partecipato l’economista Giulio Sapelli,  il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona-Osimo e Massimo Garavaglia, sottosegretario al ministero dell’economia e delle Finanze, è stato l’inizio di un percorso di incontri con autorevoli esponenti del mondo della Chiesa, dell’imprenditoria e delle professioni, che cercheranno di riportare l’Ucid e, in generale, il mondo cattolico al centro del dibattito culturale e politico.

«Compito ed obiettivo primario dell’Ucid – ha spiegato il presidente del Cts dell’Ucid, Riccardo Pedrizzi – è quello di recuperare la dimensione etica e spirituale nel mondo dell’economia e della finanza, per riconoscere dignità al lavoro, che è tornato ad essere una merce, e restituire all’impresa il suo ruolo sociale al servizio della comunità e del Bene comune. Mai come oggi c’è la necessità di creare un circuito virtuoso per un progetto di sviluppo che generi benessere vero, che viva di produzione reale e non di castelli di carta finanziaria destinati a franare sotto il peso della speculazione.Ora, per giunta, la congiuntura storica che stiamo vivendo ci pone di fronte la grande sfida di “Industria 4.0” che più che una rivoluzione tecnologica è una vera e propria rivoluzione antropologica, che dovremo affrontare con mezzi e strumenti adeguati e nuovi ed attingendo a tutte le risorse disponibili all’interno e fuori dell’Ucid. Il Cts, alla luce della sua cultura politica ed economica, che si ispira alla Dottrina Sociale Cattolica, può svolgere un ruolo importante e strategico di ricerca e proposta, aggregando intelligenze, culture, eccellenze, risorse morali e scientifiche, come dicevo, anche esterne alla nostra associazione, intorno ad un’idea di società e di mercato non piegata esclusivamente alla logica del profitto e della speculazione. Sono fermamente convinto – lo sono da anni, prosegue l’ex esponente di An – che alla crisi finanziaria ed ai disastri prodotti dalla finanza speculativa del Terzo Millennio, alla crisi antropologica come la definiva Benedetto XVI, solo la Dottrina Sociale della Chiesa può dare una risposta adeguata ed attuale ai problemi contemporanei per riportare l’etica nell’economia e nella finanza, per ridare centralità all’uomo nei processi produttivi».

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