Turchia, fermato militante di sinistra dell’Anti-imperialist Front Italia (video)

5 Ott 2018 15:10 - di Roberto Frulli

Veterinario e militante di sinistra dell’Anti-imperialist Front Italia. E’ il profilo di Gianfranco Castellotti, 53 anni, di Massa Carrara, fermato ieri dalla polizia a Istanbul, in Turchia, assieme ad altre dieci persone, dove si trovava da qualche giorno come osservator.

Castellotti, che, come rivela oggi Il Tirreno, si trovava nel centro culturale Idil, frequentato da musicisti, artisti e attivisti, quando gli agenti di polizia turchi hanno fatto irruzione nel corso di un blitz portando via una decina di persone ma per lui, al momento, non sarebbero state ancora formulate accuse formali.

Castellotti era in Turchia, a Istanbul, per seguire il processo a carico dei “Grup Yorum”, gruppo musicale turco accusato di terrorismo per aver inneggiato più volte la libertà contro il governo turco.
Il viceconsole per l’Italia in Turchia, secondo il quotidiano, avrebbe fatto sapere alla compagna dell’uomo che per la polizia Castellotti «non è formalmente ancora accusato di niente e che è solo loro ospite» ma, secondo l’avvocato turco Ezgi Cakir, che lo ha incontrato nelle scorse ore e che si occupa del caso, Castellotti «verrà trasferito in carcere» dove rimarrà «almeno fino a lunedì quando si terrà l’udienza».  Al momento, infatti, Castellotti è trattenuto, in stato di fermo, nella caserma del quartiere di Ferikoy a Istanbul e dovrebbe essere espulso dalla Turchia entro un paio di giorni, con divieto di rientro nel Paese.

La conferma della vicenda arriva anche dai suoi compagni che, con toni vetero-ideologici in perfetto stile anni ’70, rivendicano il ruolo di Castellotti in Turchia: «il nostro amico e compagno Gianfranco Castellotti, instancabile attivista internazionalista impegnato per molti anni nella difesa dei militanti della sinistra turca, è stato fermato stamattina nel Centro Culturale Idil di Okmeydani – Istanbul insieme ad altri sette oppositori turchi – dicono dall’Anti-imperialist Front Italia. – Era in Turchia per seguire il processo ai nove musicisti del leggendario gruppo musicale Grup Yorum in prigione da quasi un anno. Conosceva i rischi che avrebbe corso recandosi in Turchia, ma tirarsi indietro era per lui fuori discussione. Aveva bisogno a tutti i costi di trasmettere il suo calore umano e il suo spirito combattivo ai militanti rinchiusi nelle fredde celle delle prigioni di tipo F».

Commenti

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  • 5 Ottobre 2018

    Persona non grata in Turchia se non mi sbaglio è automaticamente 10 anni di carcere e lavoro forzato.