Tap, consulto 5stelle a Palazzo Chigi. Ma Salvini avverte: «L’opera si farà»

15 Ott 2018 15:39 - di Michele Pezza

L’incontro è fissato per le 19 di questa sera a Palazzo Chigi, e non promette nulla di buono. All’ordine del giorno, infatti, c’è la ripresa dei lavori per la Tap, il gasdotto che porterà gas dall’Azerbaijan con approdo a Melendugno, in provincia di Lecce. Di recente il premier Conte ha rassicurato persino Donald Trump in persona circa la realizzazione dell’infrastruttura, c’è però un “ma”: il M5S vi è da sempre contrario. Da qui la necessità di un incontro tra lo stesso Conte, la delegazione parlamentare pugliese dei Cinquestelle cui si unirà un folto gruppo di consiglieri regionali e amministratori locali, compreso il sindaco di Melendugno, Marco Potì.

Presenti Conte, Lezzi e i grillini “no Tap”

Chi più si è esposto nella battaglia contro la Tap è però l’attuale ministro per il Sud Barbara Lezzi. Toccherà a lei la missione quasi impossibile di mediare per evitare che le prevedibili proteste della base grillina si trasformino in una nuova bufera dopo quella scoppiata  a fine di agosto a Taranto, dove ancora infuriano le polemiche per l’accordo siglato sull’Ilva, nonostante gli impegni a chiudere e riconvertire gli stabilimenti dell’acciaierie. È finita con Di Maio che ha firmato l’accordo con Arcelor-Mittal sulla falsariga dell’intesa precedente stipulata dal suo predecessore al ministero dello Sviluppo, Carlo Calenda. Un voltafaccia che ora il M5S rischia di replicare sulla Tap.

Il leader leghista: «Credo nella crescita non nella decrescita»

Ma sulla Tap incombe anche una questione politica grande come una casa che si chiama Lega, l’alleato di governo. Intervenendo a Monza all’assemblea nazionale di Confimi Industria, Matteo Salvini ha infatti ricordato che, a regime, la Tap «porterà all’abbassamento del 10 per cento» dei costi dell’energia per le famiglie e le aziende. «Io – ha aggiunto – rispetto il contratto di governo e la sensibilità degli alleati di governo, ma l’Italia ha bisogno di infrastrutture, strade e ferrovie, di andare avanti e viaggiare. E non so come si faccia a mettere in discussione la Pedemontana veneta e lombarda e il Terzo Valico. Io non credo alla decrescita felice, io preferisco la crescita».

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