Sclerosi multipla, scoperti nuovi geni. Notevole l’apporto dei ricercatori italiani
Ancora speranza, ancora certezze. E nuovi passi avanti nel campo medico-scientifico. Quattro nuovi geni, ognuno dei quali agisce in modo indipendente come fattore di rischio per la sclerosi multipla. È la scoperta di un maxi-consorzio internazionale a elevata presenza di scienziati italiani. I risultati dello studio – coordinato nel Belpaese da ricercatori dell’università Statale di Milano e dell’università del Piemonte Orientale, insieme all’Irccs ospedale San Raffaele del capoluogo lombardo – sono pubblicati sulla rivista Cell e aprono una finestra nuova sulle varianti di rischio genetico per questa malattia neurologica autoimmune. A caccia dei fattori genetici rimasti ancora ignoti, l’International Multiple Sclerosis Genetics Consortium (Imsgc) – questo il nome della collaborazione internazionale guidata dai ricercatori di Yale – ha raccolto più di 68mila persone affette da sclerosi multipla e controlli sani provenienti dall’Australia, da 10 Paesi europei fra cui l’Italia e dagli Stati Uniti, cercando varianti rare che potessero potenzialmente danneggiare direttamente la sequenza proteica. Il punto di partenza è stato una domanda a cui non era stata data risposta: quali sono i diversi geni coinvolti nel rischio di sviluppare la malattia? Precedenti studi dell’Imsgc avevano identificato 233 varianti di rischio genetico che, tuttavia, sono in grado di spiegare solo circa il 20% del rischio complessivo di malattia.