San Patrignano contro la cannabis light: non è affatto “leggera”, lo dimostra una ricerca (video)
La cannabis light liberamente venduta in una miriade di negozietti che sfruttano il business è pericolosa quanto quella usata per farsi le canne. Bastano dieci grammi trattati nel modo giusto e lo sballo è assicurato. È quello che ha dimostrato il dottor Giovanni Serpelloni direttore del Sert di Verona, ex capo del dipartimento antidroga e attivo al Dp Institute dell’Università della Florida che ha presetato la sua sperimentazione alla comunità di San Patrignano.
“È sufficiente dotarsi di un estrattore e di bombolette di gas butano, se ne trovano a poco più di un euro, mentre per un estrattore economico ne bastano 80”. Il materiale si trova sul web e alcuni siti spiegano cosa fare per ottenere un composto resinoso con altissima concentrazione di Thc, il principio psicotropo. “Abbiamo acquistato foglie e infiorescenze nei negozi che vendono cannabis. Poi con il materiale a disposizione abbiamo fatto quello che chiunque potrebbe fare a casa propria. Il risultato è una resina, sembra miele, con un’alta concentrazione di Thc. Si arriva al 98%. Chi ti vende la cannabis definendola legale perché ha valori di Thc inferiori allo 0,6%, dice che ne servirebbero quantità incredibili per ottenere valori di Thc oltre quelli di legge, in realtà ne basta molto poca”. Il composto che si ottiene può essere mescolato a tabacco per farsi una canna oppure diluito per essere fumato con la sigaretta elettronica.