Predappio, Auschwitzland? Una maglietta demenziale e offensiva. “Ora chieda scusa”
Riceviamo da Massimiliano Mazzanti e volentieri pubblichiamo:
Caro direttore,
Chi conosce Selen Ticchi, avvocato e donna sostanzialmente di cuore, considerando il suo impegno nel sociale, sarebbe indotto naturalmente all’indulgenza, per la “leggerezza” incredibile con cui ha indossato e mostrato a tutti l’orrenda maglietta – “Auschwitzland” – domenica a Predappio. L’asino, però, come direbbe Totò, casca proprio qui, sul concetto di “leggerezza” che, in politica, diventa un errore, anzi, un peccato gravissimo. E la signora, candidata ed esponente di Forza Nuova anche in recenti competizioni elettorali bolognesi, ha e ha avuto la pretesa di “fare politica”, oltre che l’improvvida turista in quel di Romagna. Un gesto sconsiderato – va detto – in primo luogo perché teso a confermare di se stessi l’immagine che vorrebbero sostenere i propri avversari: il militante che indossa una maglietta del genere è esattamente quello che speravano di vedere coloro che, nei giorni e nelle settimane scorse, hanno agitato feroci polemiche contro l’appuntamento del 28 ottobre. Inconsapevolmente? Forsem ma questa è un’aggravante, mica una dirimente. In secondo luogo, esibire una t-shirt così è una duplice offesa all’intelligenza: perché insulta le vittime di una delle peggiori tragedie della storia; perché non può non suscitare alcuna simpatia o alcuna condivisione, se non appunto, in chi dello “humor” ha solo il senso della stupidità. Certo, è altrettanto facile scrivere come si stia esagerando, ora, per una maglietta indossata da una donna che, tutto sommato, ha rivestito solo ruolo di secondo piano, politicamente parlando; ma la strumentalità delle polemiche – questo dovrebbero impararlo tutti – è sempre direttamente proporzionale all’idiozia degli atti e delle parole su cui s’incardina. E se ne è resa conto lei stessa, chiedendo scusa al suo leader. E farebbe bene a chiedere scusa anche a chi si è sentito legittimamente offeso da quella maglietta, e non sono solo gli esponenti della comunità israelitica, ma tutti gli italiani con la testa sulle spalle. Tra l’altro, mettere in imbarazzo Roberto Fiore alla vigilia di un appuntamento importante, proprio a Bologna, dimostra solo quanto gli atteggiamenti estremistici non siano deprecabili tanto e solo perché confinano se stessi e i propri amici in una “area di debolezza”; ma perché risultano semplicemente estremamente cretini. E indifendibili.