Ostia, bomba artigianale contro la pentita che ha incastrato il clan Spada
Un ordigno rudimentale è stato lanciato la notte scorsa contro la finestra di un’abitazione in via delle Azzore a Ostia, sul litorale romano. Nella casa abitano i genitori di una collaboratrice di giustizia, che ha contribuito alle indagini sul clan Spada, dalle quali sono scaturiti i 32 arresti per mafia del gennaio scorso: la 32enne Tamara Ianni, legata a una famiglia rivale degli Spada. L’ordigno non ha provocato feriti, ma solo danni alla finestra. Secondo i primi rilievi della polizia scientifica, è esploso solo in parte.
La bomba è stata prodotta assemblando due bombolette di gas da campeggio e un candelotto, rimasti inesplosi, ma collegati a un altro candelotto che invece è esploso. Sul caso indaga la Dda di Roma. «Sono molto preoccupata. Lo Stato ci protegga: è stata già rintracciata la località protetta di mia figlia, costretta a cambiare città», ha detto la madre della collaboratrice di giustizia.
A Tamara Ianni, che continua a vivere in una località protetta, e ai suoi familiari è arrivata la solidarietà della politica e delle istituzioni. Il sottosegretario all’Interno, Luigi Gaetti, ha parlato di «un atto vile, che segna ancor oggi una presenza del Clan ad Ostia. Occorre – ha aggiunto l’esponente del M5S – una presenza ancor più forte delle Stato, per evitare il ripetersi di questi atti intimidatori. Siamo con le forze dell’ordine e con quanti hanno deciso di schierarsi dalla parte dello Stato». Con l’hashtag #NonAbbassiamoLoSguardo, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha poi sottolineato che «le istituzioni sono al fianco di Tamara, la donna che ha contribuito alle indagini sugli Spada a Ostia e all’arresto di 32 persone. Roma – ha concluso la prima cittadina – non si lascia intimorire dalle minacce della mafia».