Olimpiadi invernali 2026, il Coni taglia fuori Torino: tandem Milano-Cortina

1 Ott 2018 14:22 - di Paolo Lami

Sarà il tandem Milano-Cortina a concorrere per gestire le Olimpiadi invernali del 2026. L’annuncio, ufficiale, della candidatura italiana delle due città, è arrivato dal presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana, durante la riunione di Giunta: «Il Coni ha ufficializzato che la candidatura italiana per i giochi olimpici invernali 2026 sarà quella di Milano-Cortina –  ha detto Fontana – È una notizia che aspettavamo, siamo molto contenti e inizieremo a lavorare alacremente perché diventi una candidatura approvata dal Cio».
«Questa mattina ho parlato con il presidente del Coni, Malagò, il quale mi ha annunciato ufficialmente la sua firma sull’atto di candidatura Milano-Cortina alle Olimpiadi della neve 2026 – ha detto anche il presidente del Veneto, Luca Zaia – Siamo ovviamente felicissimi di questa scelta. Ringrazio il governo, il Coni e tutti gli interlocutori che in questi mesi hanno lavorato per questa candidatura che onoreremo lavorando a testa bassa perché rimanga nella storia come un’Olimpiade memorabile. Avanti tutta!»
Reagisce con un duro commento la sindaca di Torino, Chiara Appendino: «E’ una candidatura per noi incomprensibile, si tratta di andare a costruire ed edificare dove non ci sono gli impianti, Torino era la meno costosa, chi si assume questa responsabilità dovrà spiegarlo al Paese».
Poi, dopo l’ira iniziale, il tentativo di riaprire il dialogo con Malagò: «Il Coni – chiede la sindaca – porti in votazione i dossier, la candidatura di Torino è ancora in campo. Si entri nel merito dei dossier, si analizzino costi in modo analitico e il Coni si assuma la responsabilità delle proprie scelte».

Ma Malagò sembra intenzionato ad andare per la sua strada sulle Olimpiadi invernali 2026: «Presentiamo un progetto innovativo, in linea con le linee-guida dell’Agenda 2020 e con le nuove norme, che includerà non solo le città di Milano e Cortina ma anche le loro rispettive Regioni, Lombardia e Veneto, entrambe già pronte a supportare la candidatura e a fornire le garanzie», scrive, infatti, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, nella lettera con cui conferma al Cio la candidatura di Milano-Cortina.

«In seguito alla riunione di venerdì scorso del Consiglio dei ministri, sono felice di comunicare ufficialmente che il Comitato olimpico italiano continuerà a lavorare per la candidatura di Milano e Cortina ad ospitare i XXV Giochi olimpici invernali nel 2026, con il supporto politico del nostro governo», si legge nella missiva inviata in data odierna al presidente del Cio, Thomas Bach.

Alla decisione di oggi da parte del Coni si è giunti dopo tutta una serie di tira e molla con il sindaco torinese che insisteva affinché le Olimpiadi fossero economicamente e ambientalmente sostenibili e si basassero sul riutilizzo degli impianti e delle infrastrutture già esistenti senza costruire oltre ma riadattando ciò che già c’è tanto a Torino e nelle montagne circostanti quanto a Cortina e Milano. Una linea francescana e pauperista che non ha pagato.

Già il 18 settembre scorso, il sottosegretario Giorgietti era stato esplicito anticipando, in qualche maniera, quello che era l’orientamento già emerso: «Non ci sono le condizioni per proseguire con la candidatura tripla, la candidatura italiana finisce qui». Poi si è deciso che si poteva e doveva proseguire. Ma in due: Milano e Cortina.

«Arrivati a questo punto è impensabile gettare tutto alle ortiche – avevano detto quel giorno il presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia e il collega di partito, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in una nota congiunta – La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme. Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà, che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto».
Molto avrà certamente pesato sulla decisione di oggi anche il “no” che espresse il Movimento 5 Stelle e, più in particolare, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, esattamente due anni fa, nel settembre 2016, per le Olimpiadi del 2024.

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