Mieli: il fascismo non sta tornando. Facciamola finita con queste accuse
Un editoriale importante quello di Paolo Mieli oggi sul Corriere della sera, che rischia di passare inosservato in un’epoca in cui i tweet valgono più delle riflessioni. E poiché è stato scritto all’indomani del 28 ottobre, data che ha visto mobilitati Anpi e presunti fascisti assai folkloristici nelle vie di Predappio, vale la pena di tornarci sopra.
Paolo Mieli parte dalle accuse di Moscovici al leghista Angelo Ciocca che aveva imbrattato con una scarpa i suoi appunti. Moscovici ha parlato di gesto “fascista”. Ma che c’entra il fascismo?, si domanda opportunamente Mieli. E ricorda che “l’evocazione del fascismo è fin dalla seconda metà degli anni Quaranta un rafforzativo quasi obbligatorio della polemica da sinistra contro i detentori di ogni genere di potere”. In pratica una retorica arma spuntata, nulla di più e nulla di meno.
L’appellativo di “fascista” colpisce, allora, chiunque sia sgradito alla sinistra e soprattutto chi esercita ogni tipo di autorità. Secondo gli avversari era fascista Gronchi, e dopo di lui Segni e dopo ancora Saragat, per non parlare di Leone e Cossiga. Fascisti anche Fanfani e Scelba, nonostante proprio quest’ultimo firmò la legge che vietava la ricostituzione del Pnf e l’apologia di fascismo. Fascisti furono anche definiti Andreotti, Agnelli e Craxi e ancora Silvio Berlusconi e persino il capo della resistenza francese De Gaulle per non parlare degli ex presidenti degli Stati Uniti.
“La verità – conclude Mieli – è che il fascismo negli ultimi settanta anni non è più stato all’orizzonte dei Paesi occidentali”. Ancora più azzeccato il parallelo fatto da Mieli in chiusura del suo editoriale: ricorda infatti le critiche e le polemiche che sommersero negli anni Settanta il biologo americano Edward Wilson, il quale sosteneva che esistesse un elemento genetico nel comportamento sociali degli esseri umani. Fu definito anche lui, in termini dispregiativi e sbrigativi, “fascista”. Ma oggi le sue teorie sono la norma. Attenzione dunque ad evocare fantasmi per non fare fatica “ad individuare la specificità di movimenti nuovi che vanno individuate in ogni epoca senza indulgere alle evocazioni facilone”.
Finalmente c’è qualcuno che ha il coraggio di dire la verità.
ecco da adesso paolo mieli verra’ etichettato fascista…
Detto da un importante esponente della comunità ebraica fa pensare o che effettivamente non sia un fenomeno ripetibile o che, dall'”altra parte” sono convinti di aver sconfitto, con questo liberismo tecnocratico, le Idee di Libertà vera e Pace vera di cui il Fascismo fu portatore. Tanto per ricordare agli “smemorati” che Nella conferenza di Ginevra (febbraio 1933), alla quale parteciparono sessantadue nazioni, l’Italia era rappresentata da Dino Grandi e da Italo Balbo. Venne esposto il progetto mussoliniano tendente all’abolizione dell’artiglieria pesante, dei carri armati, delle navi da guerra, dei sottomarini, degli aerei da bombardamento, in altre parole la messa al bando di tutto ciò che avrebbe potuto portare alla guerra. E questo era l’uomo che preparava la guerra? In ogni caso la conferenza si chiuse con un nulla di fatto per le opposizioni di Francia e Germania. Saluti
Bravo Mieli, ogni tanto qualche voce fuori dal coro che ricorda le cose come stanno, ma il problema è al nostro interno non in Europa, perché è da noi che si evoca il Fascismo e quindi in Europa si accodano.??????
ME La scarpa di Angelo Ciocca sugli appunti di Moscovici mi ha fatto verire in mente una scarpa più importante: quella del Presidente comunista Krusciio
Per i sinistri è fascismo tutto ciò che loro non piace
Se si toglie la chance di dare del fascista agli avversari,che altro avrebbe da dire la sinistra? Il termine impiegato ad libitum,è la panacea per tutti i suoi mali!