«La legge sulle moschee non si tocca»: la Lombardia replica al Tar
La Regione Lombardia non si arrende e, dopo la bocciatura del Tar, fa sapere che attende fiduciosa la decisione della Corte costituzionale sulla propria legge che regolamenta la costruzione delle nuove moschee. «Deciderà la Corte costituzionale, che ha già deciso e quindi rideciderà», ha spiegato il governatore, Attilio Fontana, ricordando che già in precedenza la legge era stata impugnata e poi ritenuta legittima dalla Consulta, la quale aveva contestato solo un paio di passaggi del testo, poi riformulati.
Sulla base di un nuovo ricorso presentato da un’associazione islamica contro il Comune di Sesto Calende (Varese), il Tar ora ha messo in dubbio la legittimità dell’articolo che non obbliga il Comune a pronunciarsi entro un certo limite di tempo e in certe modalità sulle richieste di costruzione di nuovi luoghi di culti. Per il Tar si tratterebbe di un «ostacolo all’esplicazione del diritto di libertà religiosa». Una lettura al Pirellone sono certi di poter contrastare in sede di Consulta, come già avvenuto nel 2016 quando «i giudici costituzionali – ha ricordato l’assessore regionale al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni – respinsero 6 degli 8 punti contestati da Matteo Renzi, e accolsero esclusivamente due punti che trattavano questioni marginali e non sostanziali».
«Rispettiamo quanto afferma il Tar della Lombardia nella sua sentenza, ma attendiamo fiduciosi che si pronunci nel merito quella stessa Corte costituzionale che, già due anni fa, diede ragione alla Lombardia in merito al ricorso presentato dall’allora presidente del consiglio Matteo Renzi», ha proseguito Foroni, sottolineando che «le eccezioni di costituzionalità sollevate dal Tar nella sua sentenza non hanno comunque alcun effetto sospensivo sulla Legge regionale sui luoghi di culto, che rimane uno dei fiori all’occhiello di Regione Lombardia e della cui bontà e necessità siamo e restiamo convinti». «Riteniamo in ogni caso che le eccezioni di costituzionalità sollevate dal Tar della Lombardia riguardino un aspetto secondario della normativa regionale in materia di luoghi di culto – ha concluso l’assessore regionale – il cui impianto fondamentale è stato confermato alcune settimane fa proprio dal Tar di Milano nella vicenda riguardante la moschea di Cantù».
«Si rassegnino i sostenitori delle moschee a ogni costo: la legge della Lombardia rimane in vigore e può essere migliorata con qualche semplice passaggio. Piuttosto, si pensi a quante situazioni illegali e abusive ha avuto il merito di fare emergere», ha detto poi il consigliere regionale Viviana Beccalossi (Gruppo Misto), ispiratrice della Legge regionale sulla realizzazione di nuovi luoghi di culto. «Chi oggi canta vittoria forse dimentica che è grazie alla Legge del 2015 che in Lombardia si sono date ai Comuni regole chiare e nette in tema di pianificazione urbanistica, scrivendo nero su bianco che non è più tollerabile chiudere gli occhi e fare finta di niente di fronte a moschee più o meno mascherate da centri culturali o, peggio, organizzate senza nessun rispetto per la sicurezza in negozi, scantinati e abitazioni private. Indietro non si torna».