La beffa, al campo rom di Pisapia non si versa l’affitto: a pagare lo scotto sono solo i residenti
Quelle casette distribuite a schiera per popolare il campo nomadi di Muggiano (nel Milanese), quello che doveva essere un fulgido esempio di aggregazione contro la segregazione; quei nomadi accolti e lì ospitati in cambio della rassicurazione di rinunciare a ogni forma di illegalità; quelle famigliole un tempo nomadi e erranti decise a stabilizzarsi nel milanese in quel villaggio rom allestito e a loro tributato con la promessa – regolarmente disattesa – di mandare i figli regolarmente a scuola e di contribuire alle spese pagando le utenze di luce e gas e versando il canone mensile di 90 euro per l’affitto. Un progetto fortemente voluto dall’allora sindaco di Milano Giuliano Pisapia che che presentò quelle casette in cui tutti avrebbero dovuto vivere felici e contenti come «le migliori d’Europa», e che la stampa dem simpatizzante presentò come originale e funzionale modello di integrazione, oggi che fine hanno fatto?
Milano, nel campo rom di Pisapia quasi nessuno paga l’affitto
È presto detto: tanti nobili ideali sono andati in fumo insieme ai roghi tossici di rifiuti che andrebbero invece debitamente (e legalmente) smaltiti); la filosofia buonista dell’inclusione a tinte rosa si è persa per gli stessi sentieri imboccati dai piccoli nomadi in età scolare che hanno deviato dal tragitto che avrebbe dovuto portarli a scuola; il comfort dei moduli abitativi ha ceduto il passo alla loro più remunerativa destinazione d’uso in magazzini del malaffare in cui ricettare e occultare indispensabili strumenti del mestiere: non per niente all’ultimo blitz delle forze dell’ordine, dagli utensili per lo scasso ai radio scanner, è stato trovato di tutto un po’. Ma, ciliegina sulla torta, quel forse più indigna l’opinione pubblica è che tutto quanto denunciato sul campo nomadi di via Martirano, a Muggiano (periferia di Milano) costato – come riporta il Giornale in una ampio ed esaustivo servizio sul suo sito, «circa 650mila euro per la sua costruzione» stanziati dall’allora sindaco progressista Pisapia è occupato dalla maggior dei rom che lo abitano a titolo gratuito.
E a pagare lo scotto sono come al solito i poveri residenti della zona
Già: e così, come scrive il quotidiano milanese, dopo 4 anni quello che doveva rappresentare «una soluzione per arginare il degrado della zona, venendo incontro ai residenti», «si è tramutato in un salasso per le casse del comune meneghino. E in una beffa per gli abitanti di quella zona, che continuano ad affrontare situazioni di incuria». Infatti, a detta del report de il Giornale, la metà delle famiglie rom che vive in quel villaggio non paga il canone d’affitto mensile pari a 90 euro al mese; come se non bastasse, poi, il Comune di Milano ha sostenuto ad oggi anche l’oneroso esborso di 300.000 euro per la pulizia dell’area. Oltretutto, tanto per levare all’ennesima potenza la beffa e lo sconcerto che ne consegue, nel campo ci sarebbero almeno una cinquantina di adulti e una ventina di minori che – sempre a detta de il Giornale – considererebbero quelle casette «poco dignitose per loro». Come al solito, insomma, ancora una volta a saldare il conto sono solo i residenti: che da anni a questa parte pagano lo scotto della vicinanza al villaggio nomadi passato da modello di inclusione a regno dell’evasione. L’ultima…
Scusate ma chi ha votato Pisapia? I milanesi, per cui si paghino il debito che hanno contratto.
Scusate tanto, ma dove sta il problema? Mandate il conto mensile a Pisapia!
Pisapia un uomo un assurdo. Ama così poco gli italiani che ci fa pagare anche per i ROM. Dovrebbe andarsene subito. Una vergogna