In Olanda eutanasia su un neonato: «La qualità della vita sarebbe stata nulla»
Un neonato con «meno di 12 mesi» è stato sottoposto a eutanasia in Olanda. Secondo gli esperti, il piccolo, affetto da una malattia neurologica, aveva una «aspettativa di vita di dieci anni», ma la qualità della sua esistenza non sarebbe migliorata, mentre «la sofferenza psicologica dei genitori», tenuta in considerazione nelle valutazioni, sarebbe aumentata. Per questo medici e genitori hanno preso la decisione di mettere fine alla vita del bimbo. Una scelta resa possibile dal protocollo di Groningen, dal nome dell’ospedale universitario che lo varò nel 2004.
A rendere nota la storia in Italia è stato Tempi, ricordando come ufficialmente questo sia il secondo caso di neonato ucciso con l’eutanasia dal 2005, quando il Protocollo sui bambini affetti da malattie gravi fu adottato dall’Associazione olandese di pediatria. I medici di concerto con i genitori, viene spiegato, hanno ritenuto che uccidere il bimbo fosse la scelta migliore a fronte di «una sofferenza insopportabile e senza prospettive di guarigione», dell’assenza di qualità della vita e della sofferenza psicologica dei genitori. Tempi spiega anche che l’eutanasia sui neonati è «una pratica non prevista dalla legge, anche se nessun medico è mai stato perseguito». Viene riferito, inoltre, che secondo il professor Verhaegen, che elaborò il Protocollo, ogni anno in Olanda vengono sottoposti a eutanasia tra i 15 e i 20 bambini. Dato che però non è mai stato ufficializzato.
È invece prevista dalla legge l’eutanasia, oltre che sui maggiorenni, anche sui ragazzi e sui bambini dai 12 anni in su. Fino ai 16 anni serve il consenso dei genitori, dopo non più. L’Olanda non è il solo Paese europeo a prevedere l’eutanasia sui minori: la prevede anche il Belgio, che per altro nella norma stessa non ha posto alcun limite di età. E, del resto, i sostenitori della soppressione dei minori affetti da malattie gravi, fra i quali lo stesso Verhaegen, hanno anche teorizzato la necessità di introdurre l’«aborto post-natale», ovvero l’autorizzazione a praticare l’eutanasia sui neonati affetti da malattie per le quali in fase prenatale viene scelto l’aborto.
Sono tornati i medici dell’eugenetica nazista.