Hanno stuprato una 13enne, due nigeriani verso la scarcerazione
Sarà il giudice Annalisa Giusti a decidere come procedere sul delicato caso dello stupro di una ragazzina al centro di un’inchiesta che, da un lato, vede il legale dei due nigeriani accusati dello stupro chiedere, dopo un anno di detenzione preventiva, la scarcerazione dei due imputati; dall’altro, il sostituto procuratore Mara Flaiani che invece si appella al magistrato per ottenere che i due extracomunitari reputati responsabili dell’odioso crimine, restino ancora in cella nella casa circondariale di Pesaro, mentre l’inchiesta sulla violenza sessuale sulla minorenne di cui i due richiedenti asilo sono accusati venga completata. Venerdì prossimo la giudice dovrà valutare le due posizioni e decidere quale richiesta accogliere e quale no.
Hanno stuprato una 13enne: due nigeriani verso la scarcerazione?
Una settimana cruciale, insomma, quella che è appena cominciata, e che segnerà il corso del futuro processuale dell’inchiesta sullo stupro subito da una ragazzina ascolana, all’epoca dei fatti appena 13enne, avvenuto – secondo quanto denunciato dalla vittima – fra l’agosto e l’ottobre 2017 da parte di ragazzi più grandi di lei (all’epoca 21enni), ma che considerava amici, tanto da frequentarli. Ora, come riporta per primo il Resto del carlino che al caso dedica un ampio spazio e un servizio dettagliato, «il 25 ottobre scadrà il termine massimo di un anno di custodia cautelare in carcere dei due extracomunitari, prima dell’arresto ospiti all’Oasi di Carpineto. La procura ha però chiesto una proroga di tre mesi delle indagini poiché non sono ancora disponibili i risultati dell’esame del dna sugli abiti di tre giovani e non sono stati estrapolati dai rispettivi telefonini le conversazioni attraverso sms e whatsapp».
La difesa dei 2 stranieri chiede la scarcerazione in attesa che l’inchiesta proceda
Serve altro tempo, insomma, tempo che per il pm Flaiani i due nigeriani dovrebbero trascorrere ancora in carcere. Un parere, quest’ultimo, ovviamente condiviso anche dall’avvocato Annalisa Corradetti, legale della famiglia della giovanissima vittima degli abusi per cui i due nigeriano, ripetiamo, sono indagati per violenza sessuale di gruppo su minore. E allora, come ricostruisce il Resto del Carlino, «secondo l’impianto accusatorio, mentre la giovane stava aspettando il bus in viale De Gasperi ad Ascoli l’avrebbero raggiunta invitandola a seguirli nonostante il rifiuto e le urla di lei. L’avrebbero quindi afferrata per un braccio conducendola nei giardini dove, a turno, mentre uno la teneva ferma e le palpava il seno, l’altro consumava il rapporto sessuale». Non solo: a uno dei due l’accusa contesta anche il reato di violenza sessuale su minore per aver compiuto atti sessuali con la stessa ragazzina durante l’estate 2017 a San Benedetto, «in concorso con un’altra persona non identificata». Una tortura reiterata insomma, ma che, a distanza di un anno, ancora non è riuscita a raccogliere informazioni su questo terzo extracomunitario che ormai potrebbe essere ovunque e di cui non si ha la minima notizia.
La dimostrazione della Giustizia che non funziona in un Paese dove tutto l’apparato pubblico non funziona. E in simile situazione i lai dei compagni catto comunisti che vogliono continuare ad importare spazzatura dall’Africa!!!!
In America avrebbero già buttato la chiave, in Italia si discute se metterli in libertà ma in che paese viviamo? Rimandiamoli a casa
E’ naturale e ovvio pensare che se la scarcerazione di questa putrida feccia responsabile di questi odiosi reati dovesse concretizzarsi, ci penseranno i cittadini a risolvere il problema. Cosa aspetta il governo a mettere mano al codice di procedura penale, o bisogna come nel medioevo culturale di certi paesi, tanto amati dai cattosinistri nostrani corrotti, applicare la legge del taglione??
Il giudice è una donna, mi auguro che immagini sua figlia in quella condizione e che almeno lei, visto che tanti altri…. Giudici ? … ma! fanno veramente schifo emetta un giudizio in linea con i tempi !