È sempre la stessa storia: se lo dice Renzi va bene. Se lo dice Salvini, no.

10 Ott 2018 14:08 - di Mario Aldo Stilton

È sempre la stessa storia. Quella dei due pesi e delle due misure. Certo, oggettivamente, quando per qualche decimale di punto in più (4 decimali!) ci si ritrova a conforontarsi con l’altolà di Unione europea, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale, Banca d’Italia, Corte dei Conti e pure dell’Ufficio parlamentare per il bilancio un dubbio complottistico, pur piccolo, nella testa di Salvini e Di Maio può insorgere. È comprensibile. Ma non è così. Non c’è nulla di nuovo, purtroppo. La questione è sempre la solita e si ripete sempre allo stesso modo. È la storia della tradizionale doppiezza, dei due pesi e delle due misure, sino ad ieri patrimonio esclusivo della sinistra e oggi appannaggio anche di quell’establishment continentale, guidato dagli Junker e dai Moscovici, dalle Merkel e dai Macron, che annaspa e che rischia di affogare nella sua supponenza. Un assunto semplice, per cui se una cosa la dicono o la fanno loro, i saputi sempre al comando, va bene; se la dicono o la fanno gli altri, i neofiti appena arrivati, è sbagliata. Ecco spiegato l’assalto alla manovra del governo e il fuoco alle polveri di spread, agenzie di rating, mercati. Spargere terrore e dubbi a più mani è l’imperativo. Perchè tutto è lecito e tutto è giusto se serve a stoppare e far cadere questi giovanotti che sono arrivati al potere e che, per di più, rischiano di restarci a lungo. Non solo sbagliano qualunque cosa facciano. Ma anche tutto quel che era possibile, ipotizzabile e giustificabile sino ad ieri, adesso diventa perverso e dannoso. Persino ove le soluzioni fossero analoghe e le valutazioni simili. Carta canta, non si scappa. E perciò scopriamo, ad esempio, che l’Ufficio parlamentare per il bilancio, cui tutte le Cassandre adesso s’attaccano,  bocciò a suo tempo anche il Def 2016 della coppia Renzi-Padoan che tuttavia se ne infischiarono bellamente, nel silenzio complice interno ed internazionale. Ed emerge anche che Matteo Renzi non più presidente del Consiglio, ma segretario del Pd, nel 2017 propose – dalle pagine del Sole 24ore che pubblichiamo-  di portare il deficit al 2,9 per cento per cinque anni al fine di favorire un drastico taglio delle tasse. Allora si, oggi no. Renzi si, Salvini e Di Maio no. Due pesi e due misure: è sempre la stessa storia.

 

 

 

 

Commenti

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  • Paola 12 Ottobre 2018

    Mai più questa europa “”sorosiana””!!!!!

  • Giuseppe Forconi 12 Ottobre 2018

    Ma siamo veramente pronti e convinti di poter cambiare il futuro sapendo votare con il cuore alle prossime elezioni europee? O i sempre pronti in agguato franco tiratori, volta gabbana, ci fregheranno nuovamente ? Tutto dipende da quanti $$$$$$$ i vari soros saranno disposti ad ungere quei quattro cialtroni di comunisti sotto le spoglie di un PD, di renzi, di gentiloni, del nostro presidente, di saviano, dell’anpi e di tutta quella non menzionata melma che dell’Italia non gliene frega nulla. A risentirci a dopo le elezioni.

  • Tommaso 11 Ottobre 2018

    Andate avanti se MOLLATE FARETE IL GIIOCO dei sisfattisti

  • sergi 11 Ottobre 2018

    SALVINI E DI MAIO, AVANTI TUTTA NON MOLATE CON QUELLE PERSONE MANGIA SOLDI (EURO). VIA DALL’EUROPA CE SOLO FALSITA’.

  • Carlo Cervini 11 Ottobre 2018

    Tra social-catto-comunisti si sostengono a vicenda; purtroppo le idee bislacche di questa manovra fuori di testa sta rovinando tutto il risparmio privato, l’unica vera risorsa del Paese; dal 15 Maggio solo in Borsa sono andati in fumo oltre 160 miliardi e continua a peggiorare, per i titoli di stato siamo mediamente a un – 15% che calcolato su 2.300 miliardi = circa altri 400 miliardi di valore perduto e si litigano tra di loro per 4 spiccioli da spendere……….vadano all’Inferno (se li vuole).

    • Luciano Vignati 11 Ottobre 2018

      Non è come dice lei, a fine giornata, quando si guardano i listini di borsa occorre anche guardare non la borsa italiana ma tutte le principali borse mondiali. Nel confronto, vedrà che le perdite di Piazza Affari sono sempre minori delle borse nord europee. Pertanto si deduce che le turbolenze che da settimane imperversano sulle borse non sono solo causate dalla politica nostrana ma anche dalla guerra dei dazi e i cinesi si sa detengono vagonate di titoli europee e americane. Inoltre tenga conto che il “bastardo” Soros controlla molti fondi di investimento e come i cinesi e gli arabi alla fine “loro” sperano di riacquistare quanto hanno venduto a prezzi bassissimi. Certo che chi ha necessità di liquidità è una sfortuna, ma gli altri che non vendono e tengono duro, poi ci sarà il cambio di orientamento. Sano 20 anni che opero in trading on line da privato e bufere simili le ho viste parecchie volte. Basta aspettare il momento giusto e poi realizzare a prezzi buoni, aspettare di nuovo le bufere per ricomprare a prezzi stracciati. Non ascolti il terrorista rosso Boeri e i giornalisti che sono cresciuti a pane e leccate di deretano dell’editore di turno, tenga i nervi saldi perché la guerra culturale della sinistra andrà avanti almeno fino alle elezioni europee.

  • Anna 11 Ottobre 2018

    Ormai lo abbiamo capito tutti che la storia è sempre la stessa, non cambia, se certi provvedimenti venivano presi dai vari guru sinistrati della sinistra venivano avallati con la complicità di eurocrati che per i loro loschi interessi avallavano tutto! Con le prossime elezioni europee speriamo che questa accozzaglia di eurocrati venga spazzata via e al loro posto vengano messe persone in grado veramente di gestire al meglio i vari paesi europei!!

  • Fyore 11 Ottobre 2018

    Fuori da questa europa, ci porta solo danni, e proprietari della nostra moneta mai avremmo dovuto adottare l’euro a queste condizioni, un suicidio

    • Giuseppe Forconi 12 Ottobre 2018

      Si levi la soddisfazione e dia una telefonata al maledetto mortadellaro che ci porto’ per forza dentro l’euro e gli chieda perche’ lo fece e principalmente …. quanto gliene torno’ in tasca dopo la suicida operazione.

  • pietro meucci 11 Ottobre 2018

    Avanti fino in fondo, l’Italia s’è desta !

  • Rodolfo Ballardini 11 Ottobre 2018

    Tipico dei sinistrati la doppiezza, la menzogna.

  • honhil 10 Ottobre 2018

    Andando oltre lo spread viene così da chiedersi: Monti e Soros, che hanno in comune? Apparentemente, verrebbe da dire, non hanno niente in comune. Tuttavia tutt’e due vogliono il bene dell’Italia. A fidarsi delle loro parole. Di Monti però è cosa saputa del grande amore che nutre per lo Stivale. Di Soros, invece, si sospettava appena qualcosa, di questo suo amore verso la Penisola, da quando è andato a trovare a Palazzo Chigi il conte Gentiloni. Del resto, perché altro mai sarebbe dovuto andare a chiedere udienza a Gentiloni, se non per parlargli di questo suo nobile sentimento? Dato che il contrario sarebbe stato la richiesta di una soffiata per meglio depredare gli italiani, com’è suo costume fare. Ad ogni modo, per farla breve, a fugare ogni dubbio sulle palpitazioni sorosiane ci ha pensato Monti stesso a Otto e messo da Lili Gruber. «Sono gli anni dello spread alto e il senatore a vita è da poco succeduto al governo Berlusconi. “Soros mi chiamò suggerendomi di chiedere aiuto all’Europa – rivela l’ex premier – ma noi volevamo evitare di far entrare la troika e non seguimmo quel consiglio. Ma Soros era molto preoccupato per situazione italiana”». Appunto per quel suo antico amore per le lunghe gambe della pudica pulzella Italia. Eppure, in questa narrazione che i politici ed i giornalisti mainstream fanno, c’è qualcosa che davvero non quadra, essendo tantissimi in Italia ad alimentare quel fiume carsico che vuole gli italiani e l’Italia ai piedi dei vari scalcagnati Juncker di turno.
    Intanto Mattarella, nel ricordare i migranti italiani, soffermandosi sul fatto che ‘In circa cento anni, tra il 1876 e il 1975, sono emigrati dall’Italia quasi 26 milioni di Italiani’, fa al seguente considerazione: ‘Si tratta davvero di una nazione fuori dalla nazione’. E come dargli torto. Sì: “Si tratta davvero di una nazione fuori dalla nazione”. Gente che, tuttavia, oltre ad avere in regola tutti i permessi rilasciati dai pentinenti consolati, si è mossa sempre in punta di piedi e nel massimo rispetto degli usi e costumi dei Paesi ospitanti. E pagando a caro prezzo un’integrazione cercata e agognata. Gente, insomma, che lavorava e sognava e viveva (e continua a farlo) la vita di emigrante con la gioia nel cuore, nonostante la persistente malinconia per gli affetti e la terra natia lasciati. Niente di paragonabile a quello che si vede per le strade dei paesi e delle città d’Italia. E non solo per il fatto che non sarebbe stato consentito da nessun Paese ospitante, ma perché l’approccio dei migranti italiani era ed è profondamente diverso. Erano (e sono) lì in umiltà e con la voglia di spaccarsi la schiena: nella speranza di un avvenire migliore (che quest’Italia continua ancora a negargli). E che, tuttavia, prima di ogni cosa dovevano (e devono) dimostrare di meritare. Adesso invece, grazie ai vari Saviano e alla giostra piddina, chi arriva qui viene ad imporre i propri desiderata e lo Stivale è diventato, per dirla col padre Dante, …” nave sanza nocchiere in gran tempesta… non donna di provincie, ma bordello!”. E mai l’immagine evocata da queste amarissime ed eterne parole è stata ed è calzante come in questo momento.
    Non resta quindi che affidarsi alle prossime elezioni europee, per fermare, almeno da questa parte dell’Atlantico, i colpi di coda di Soros. E indirettamente dare anche una mano d’aiuto a Trump. E poi stare a vedere che effetto fa.

    • franco prestifilippo 11 Ottobre 2018

      Poche e sentite parole. Tutto vero, bravo!

  • Angela 10 Ottobre 2018

    Toh!…che cosa nuova!non si sapeva,non si immaginava che l’euro-pa opta per due pesi e due misure…e che fa di tutto per far cadere i governi che non gli piacciono anche se eletti democraticamente dal popolo…in che mani siamo caduti!!!

  • Laura Prosperini 10 Ottobre 2018

    noi tutti lo sappiamo, abbiamo aperto gli occhi
    non ci convince più, mai più questa
    euro-pa dei liberisti.