Def, Tria: «Sulla Fornero si va avanti, ci saranno finestre per i pensionamenti» (video)

9 Ott 2018 12:26 - di Viola Longo

È «il primo atto di programmazione economica che mette a sistema le priorità del governo», per questo la Nota di aggiornamento al Def, o Nadef come viene chiamata, riveste «un’importanza particolare». A dirlo è stato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, presentando il documento nel corso dell’audizione davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Un intervento tutto puntato a ribadire che l’obiettivo è duplice: la riduzione del debito pubblico, che non è stata centrata dai governi precedenti, e la crescita, l’uscita dallo stallo in cui l’Italia si trova da troppo tempo. «È essenziale inquadrare la nota – ha spiegato Tria – in un contesto europeo che ci vede in ritardo, un ritardo non più accettabile».

Tria all’Ue: «Ora si abbassino i toni»

«Confido che la Nota di aggiornamento al Def ponga le basi per una proficua sessione di Bilancio e soprattutto per la crescita dell’Italia», ha rivelato Tria, sottolineando che «parte adesso la fase di confronto costruttivo con la Commissione Ue, che potrà valutare le fondare ragioni della strategia di crescita del governo» e aggiungendo «di essere d’accordo con il presidente della Camera (Roberto Fico, ndr) sulla necessità di abbassare i toni».

Il momento delle «decisioni coraggiose»

«Essere coraggiosi non vuol dire essere irresponsabili», ha avvertito Tria, tornando su un concetto già ripetutamente espresso e aggiungendo che «la stabilità finanziaria non può essere raggiunta senza stabilità sociale». Per questo «è il momento di prendere decisioni coraggiose al contrario dei governi precedenti». Per il ministro dell’Economia «è evidente che la strategia di contenimento del debito attuata finora non è risultata efficace, nonostante i costi finanziari, economici e sociali elevati». «Solo attraverso una strategia che abbia al centro il tasso di crescita dell’economia è possibile conseguire un significativo miglioramento degli indicatori di finanza pubblica», ha proseguito il ministro, ricordano che «ormai da 30 anni il peso del debito pubblico vincola le politiche economiche e sociali del Paese. A prescindere dalle regole di bilancio europeo, esso va affrontato, con il fine di liberare spazi di bilancio e ridurre la pressione fiscale». Dunque, per il governo, bisogna puntare sulla «crescita per conseguire un miglioramento della finanza pubblica». Con uno scossone: gli ultimi anni, ha osservato ancora Tria, hanno dimostrato che gli «stimoli graduali e limitati non sono stati sufficienti a rilanciare l’economia e a ridurre il rapporto debito-pil».

Riduzione del debito e calo della pressione fiscale

Il governo è invece convinto che con la sua manovra si riuscirà a imprimere una inversione di tendenza. La Nadef, ha sottolineato Tria, traccia un percorso di significativa riduzione del debito-pil». «La riduzione del debito pubblico lo porterà dal 131,2% del 2018 al 126,7% nel 2021, sarebbe la prima volta», ha detto Tria, aggiungendo che si tratta di «previsioni prudenziali», che «si basano su ipotesi caute, se non pessimistiche» e che «possono essere ampiamente superate», perché una «riduzione ancora più accentuata sarà possibile se si realizzerà la maggiore crescita» alla quale punta il governo. Non solo, secondo Tria, proprio l’obiettivo di indebitamento netto del 2,4%, superiore di sei decimi di punto al valore stimato per il 2018, consentirà già nel 2019 un calo della pressione fiscale, neutralizzando i rialzi Iva per 12,5 miliardi e riducendo il prelievo su autonomi, Pmi e sulle aziende che reinvestono gli utili in occupazione e macchinari. Mentre per i due anni successivi, quando il deficit è fissato rispettivamente al 2,1% e all’1,8%, Tria ha spiegato che «all’interno di tali obiettivi troverà spazio la riduzione di aumenti Iva per 5,5 miliardi nel 2020 e per 4 miliardi nel 2021».

La risposta al Fmi

Rispedite al mittente, quindi, le richieste del Fmi, che invitava il governo a non mettere in discussione la riforma delle pensioni e quella del mercato del lavoro, ovvero Fornero e Jobs Act. La manovra, ha ribadito Tria, introdurrà «una temporanea ridefinizione delle condizioni per il pensionamento, la creazione di finestre specifiche» per permettere al mercato del lavoro di «stare al passo con i processi tecnologici e accelerare il rinnovamento», assumendo «nuove persone con nuovi profili». Una scelta di cui il ministro ha spiegato anche la logica finanziaria: «Il  sistema attuale garantisce la stabilità finanziaria di lungo periodo, ma nel breve frena il fisiologico turnover, lasciando fuori i giovani e rendendo difficile l’uscita degli anziani».

Reddito di cittadinanza? Antidoto ai «sentimenti anti-Ue»

Quanto al reddito di cittadinanza, poi, Tria ha sostenuto che «è un investimento di cittadinanza sulle sue componenti più vulnerabili perché tornino a essere parti attive della vita lavorativa della società. Uno strumento per sostenere le categorie vulnerabili che hanno sofferto la crisi e soffrono della transizione tecnologica» e che «eliminerà sacche di povertà non accettabili nel settimo Paese del mondo». È dunque «condizione necessaria – ha sostenuto il ministro – intervenire con decisione per evitare sentimenti contrari al libero commercio e l’insorgere di sentimenti contrari all’Europa. Non si sta sui mercati globali senza reti di protezione per i perdenti».

Più flessibilità per la sicurezza delle infrastrutture

Infine, il ministro ha annunciato che «è intenzione del governo chiedere alla Commissione Ue il riconoscimento della flessibilità per un piano di investimenti straordinario di messa in sicurezza e manutenzione della rete infrastrutturale italiana che, con il crollo del Ponte Morandi a Genova, ha tragicamente dimostrato deve essere affrontata con urgenza».

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