D’Alema perde la causa per diffamazione, condannato a pagare le spese
Massimo D’Alema ha perso la causa contro il settimanale L’Espresso ed è stato condannato dal giudice della sezione civile del tribunale di Roma, Marzia Cruciani, al pagamento delle spese processuali. La notizia è stata pubblicata proprio dall’Espresso sul sito del settimanale. D’Alema aveva ritenuto diffamatoria nei suoi confronti l’inchiesta “Tav, larghe intese, larghi affari” che, nell’ottobre 2013, raccontava gli appalti per la Tav di Firenze dove spuntavano “amici” di esponenti politici di sinistra, «uniti per spartirsi tutto». Il sommario dell’articolo recitava: “Nell’inchiesta di Firenze spuntano ‘amici’ di D’Alema, Dell’Utri, Alfano e Finocchiaro. Uniti per spartirsi tutto”. Nella sentenza viene rilevato che è «innegabile l’interesse della vicenda» raccontata. E per il giudice il testo pubblicato non ha diffamato D’Alema. «I titoli non appaiono travisare il contenuto degli atti giudiziari, da cui traggono spunto, né suggerire nuove o diverse ipotesi accusatorie», scrive il magistrato.