Vent’anni senza Lucio Battisti, il mito della destra. Mattarella lo ricorda così
Sono trascorsi vent’anni da quell’infausto giorno di settembre in cui veniva annunciata la morte di Lucio Battisti: era il 9 settembre 1998 quando il cantante che aveva scritto con Mogol e interpretato le più belle canzoni della storia musicale italiana si spegneva in un ospedale milanese dopo una lunga malattia. In venti album, Battisti, fin dagli anni Sessanta, aveva segnato i gusti musicale di intere generazioni di ragazzi, a cominciare da quelli che militavano a destra, in un’area politica che si sentiva finalmente rappresentata da un cantante che non ammiccava, come tutti erano costretti a fare in quegli anni, alle rivendicazioni politiche della sinistra extraparlamentare. Lucio Battisti era amato a destra per canzoni come “Il mio canto libero”, “La collina dei ciliegi” e tante altre (qui la lista completa) ma anche per il suo anticonformismo politico e musicale, che lo rendeva irregolare, inafferrabile, indipendente.
In Italia si ricorda Battisti in tanti luoghi con eventi e manifestazioni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato alla signora Grazia Letizia Veronese Battisti questo messaggio: “A vent’anni dalla precoce perdita di Lucio Battisti, figura indimenticabile della musica leggera italiana del secondo novecento, desidero ricordarne lo spessore artistico, la fervida creatività e le intuizioni geniali che hanno dato vita a opere intramontabili”. “Fin dagli esordi impresse un impulso innovativo al linguaggio musicale del nostro Paese, sperimentando sonorità suggestive e stili assai diversi. Il suo straordinario talento, insieme alla costante e rigorosa ricerca di evoluzioni espressive, lo hanno consacrato come un punto di riferimento nel panorama musicale italiano, superando, nonostante la sua natura schiva e riservata, i confini nazionali”, prosegue il capo dello Stato. “Autentico precursore e interprete delle emozioni, delle inquietudini e dei mutamenti sociali e culturali di un’epoca ha influenzato generazioni di cantautori. Con questo spirito, rivolgo a lei, a suo figlio Luca e a tutti i familiari, sentimenti di ideale partecipazione”, conclude il capo dello Stato.
Grande Lucio…Un vero signore, cantante dalla voce meravigliosa, mai una parola fuori posto. Oggi quando ascolto allo stadio olimpico i giardini di marzo mi viene la pelle d’oca! Mio padre lo conosceva e giocavano insieme a pallone al pigneto dove lui abitava con la famiglia. Le sue canzoni sono immortali, ma quanto ci manca…Ciao Grande Lucio!