Tripoli, scontri intorno all’aeroporto. Proclamato lo stato d’emergenza

2 Set 2018 19:23 - di Redazione

Stato di emergenza in Libia. L’escalation di violenze (tre tregue violate in pochissimi giorni) culminate nel colpo di mortaio che ha colpito un albergo di Tripoli distante solo 150 metri dall’ambasciata italiana, vero obiettivo dell’attacco, ha convinto il Consiglio presidenziale guidato da Fayez al Sarraj a rompere gli indugi a proclamare lo stato di emergenza. La decisione, informa il comunicato del governo di unità nazionale, è stata assunta «per proteggere i cittadini e la sicurezza, gli impianti e le istituzioni vitali che richiedono tutte le necessarie misure militari e civili».

Libia, il governo di al Sarraj rompe gli indugi

Secondo media locali, violenti scontri sarebbero in corso lungo la strada d’accesso all’aeroporto di Tripoli. Secondo le stesse fonti, gli scontri in corso sarebbero solo un anticipo dell’assalto sul quartiere di Abu Salim che nelle prossime ore si accingerebbe a sferrare la Settima Brigata al comando di Abdel Rahim Al Kani, uno fra i tanti signori della guerra che puntano al governo della Libia. A fronteggiare la Settima Brigata, le milizie formate da unità speciali dei ministeri dell’Interno e della Difesa del governo di Al-Serraj: le Brigate Rivoluzionarie di Tripoli, la Forza speciale di Dissuasione (Rada), la Brigata Abu Selim e la Brigata Nawassi.

Smentita la chiusura dell’ambasciata italiana a Tripoli

Nel frattempo, è stata smentita la voce, rimbalzata sul sito egiziano Al Mutawasset, circa l’imminente chiusura dell’ambasciata italiana. «Resta aperta. Continuiamo a stare al fianco dell’amato popolo libico in questa congiuntura difficile», si legge in un tweet della nostra rappresentanza diplomatica in Libia. Che sia una notizia inventata di sana pianta lo si evince anche dal fatto che il personale diplomatico italiano era dato in partenza dall’aeroporto di Tripoli che invece è chiuso da giorni proprio a causa dei disordini tra le varie fazioni in lotta. Sul fronte delle iniziative per arrivare ad un “cessate il fuoco”, merita una menzione il tentativo di mediazione del capo del Consiglio libico degli anziani per la riconciliazione, Mohamed al-Mubshir, che ha annunciato la formazione di un comitato d’emergenza per negoziare con le parti in lotta, sottolineando allo stesso tempo di non sapere chi sia responsabile di aver violato l’accordo del cessate il fuoco, in quanto non sono presenti osservatori neutrali.

Commenti

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  • Franco Cipolla 3 Settembre 2018

    La mer…ccia francese, doppio giochista, guerrafondaia, incallita colonialista, rappresentata da gente del calibro di quel cog..ne di Sarkozy e dal fighetta Macron.
    Che li colga la peste per avere generato insieme alle politiche statunitensi centinaia di migliaia di morti. Che le grida degli innocenti periti per la umana cupidigia possa risuonare nelle orecchie dei calpevoli e che possano essi provare sulla loro pelle le stesse sofferenze inflitte.

  • Pino1° 2 Settembre 2018

    essere pronti ad inviare aiuti al popolo per primi