Ricerca, un futuro senza test animali: si usano organi umani stampati in 3D
Tessuti umani ricreati in laboratorio al posto degli animali. È la nuova frontiera della ricerca farmacologica. L’obiettivo è arrivare a sostituire le cavie per test con organi-modello biostampati in 3D. Con evidenti ricadute “cruelty-free”, ma anche con un vantaggio enorme per la sperimentazione che supera i limiti e le difficoltà imposti dalle differenze tra specie e può farsi “personalizzata”. È il primo step di uno studio condotto da Ibcn-Cnr, Campus Biomedico di Roma e Fondazione Giovanni Paolo II (Fgps) di Campobasso, pubblicato su Scientific Report. «Fino a oggi – spiega Roberto Rizzi, ricercatore Cnr-Ibcn e coordinatore dei lavori – la sperimentazione animale ha generato la maggior parte delle informazioni sulla validità di un prodotto farmaceutico, considerando, innanzitutto, la diversità specie-specifica del target finale e solo successivamente la causalità dell’insorgenza della patologia nel paziente». L’obiettivo del lavoro è sviluppare tessuti umani individuo-specifici per testare l’efficacia di nuovi farmaci, «riducendo così il ricorso a terapie non sempre necessarie, costose e, a volte, anche dannose per il paziente». «Su questa linea – afferma Fabio Maiullari, ricercatore Fgps – è stata realizzata per la prima volta con questa tecnologia, una struttura di stampa tridimensionale cardiaca vascolarizzata, utilizzando cellule multi-specie, sia murine (riprogrammate) sia umane, partendo da differenti geometrie di stampa».