Quando Renzi proponeva di sforare al 2,9%. Tanti anni fa? No, la scorsa estate
La manovra del governo giallo-verde prevede il deficit pubblico al 2,4% del Pil. Una mossa che secondo i critici potrebbe condurre il Paese al disastro economico e che è già stata duramente criticata da Bruxelles. C’è stato però un tempo non molto lontano in cui Matteo Renzi, a capo di quel Pd che oggi grida all’apocalisse sul debito pubblico, firmava sul principale quotidiano economico, Il Sole 24 ore, un intervento dal titolo: “La sfida di Renzi alla Ue: deficit al 2,9% per cinque anni”. Era il luglio del 2017.
Scriveva tra le altre cose Renzi: “Non accetto che l’Italia sia trattata come una studentessa indisciplinata da rimettere in riga. È un atteggiamento che fa male all’Europa, che, da speranza politica, diventa guardiana antipatica. E il mio paese non lo merita”. E ancora: “Noi pensiamo che l’Italia debba porre il veto all’introduzione del Fiscal compact nei trattati e stabilire un percorso a lungo termine. Un accordo forte con le istituzioni europee, rinegoziato ogni cinque anni e non ogni cinque mesi. Un accordo in cui l’Italia si impegna a ridurre il rapporto debito/Pil tramite sia una crescita più forte, sia un’operazione sul patrimonio che la Cassa depositi e prestiti e il ministero dell’Economia e delle Finanze hanno già studiato, sebbene debba essere perfezionata; essa potrà essere proposta all’Unione europea solo con un accordo di legislatura e in cambio del via libera al ritorno per almeno cinque anni ai criteri di Maastricht con il deficit al 2,9%”. “Ciò – concludeva Renzi – permetterà al nostro paese di avere a disposizione una cifra di almeno 30 miliardi di euro per i prossimi cinque anni per ridurre la pressione fiscale e rimodellare le strategie di crescita. La mia proposta è semplice: questo spazio fiscale va utilizzato tutto, e soltanto per la riduzione delle tasse, per continuare l’operazione strutturale iniziata nei mille giorni”.
Tutto dimenticato: oggi il segretario del Pd Maurizio Martina chiama quelli del partito a raccolta per la manifestazione di domenica a Roma contro un governo definito “irresponsabile”. “Non possiamo non scendere in piazza davanti a chi sta mettendo il paese a rischio”, conclude.
Ecco i sinistri,se a proporre l’aumento del deficit sono loro tutto va bene,se sono altri …apriti cielo!!!che politici insulsi.
Piccola differenza :Renzi lo voleva proporre alla Ue nell’ambito di un accordo con la stessa, quindi accettando altri vincoli, si presume. . Questi, in barba alla Ue lo hanno semplicemente fatto. E per mantenere le loro sgangherate promesse elettorali.
Il meno 2.9 e la realtà della sua straversa politica economica…