Ponte Morandi, raffica di “avvisi” per Autostrade. Indagato Brencich: denunciò i rischi
Dopo ventidue giorni di indagini, arrivano i primi venti indagati, pesci grossi, funzionari di Autostrade, tecnici e perfino chi denunciò la pericolosità dell’opera nei primi atti dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi a Genova. Nella sede della Guardia di Finanza di Genova sono stati consegnati i primi avvisi di garanzia di un’inchiesta che si preannuncia lunga e difficile: tra questi anche quello nei confronti di Antonio Brencich, docente universitario ed ex membro della commissione ispettiva del Mit, il primo a denunciare, due anni fa, in interviste tv, gli errori in fase di progettazione del ponte e il degrado nel quale versava anche se poi aveva firmato, con altri colleghi, il verbale del comitato tecnico amministrativo che aveva approvato il progetto di ristrutturazione del ponte Morandi, senza però – è l’accusa della Procura – avvisare su provvedimenti urgenti da adottare per mettere in sicurezza subito l’opera.
Tra gli indagati ci sono molti uomini di Autostrade: l’amministratore delegato Giovanni Castellucci, il direttore del Primo Tronco di Genova Stefano Marigliani, i funzionari Paolo Strazzullo e Riccardo Rigacci, Paolo Berti, Michele Donferri, Mario Bergamo e Massimo Meliani. Avvisi anche ai vertici dell’Unità di vigilanza del Mit, il direttore generale Vincenzo Cinelli e il suo predecessore Mauro Coletta, Bruno Santoro, capo Divisione tecnico-operativa della rete autostradale, ma anche – come detto – Antonio Brencich, il professore di ingegneria estensore delle critiche negli anni precedenti. «Diedi un parere positivo perchè non rilevammo urgenza o pericoli nelle carte che ci vennero consegnate», ha dichiarato il docente uscendo dalla Procura.
Tra gli altri indagati ci sono anche gli ingegneri Mario Servetto Emanuele De Angelis e Massimiliano Giacobbi di Spea e Fulvio Di Taddeo, sempre di Autostrade, così come tre ingegneri del Provveditorato ed uno dell’Ufficio ispettivo, Roberto Ferrazza, Salvatore Bonaccorso, Giuseppe Sisca, Carmine Testa.
Autostrade, intanto, continua a difendersi quasi attaccando: «Ci sentiamo responsabili della gestione di un’infrastruttura che è crollata, generando un disastro e un dolore enormi. Ma la colpa è un’altra cosa. ‘La colpa presuppone comprensione delle cause, che dovranno essere accertate al meglio», dice l’amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci, in un’intervista alla Stampa.
Un lavoro inutile, lo fanno perchè lo devono fare, intanto con le leggi che abbiamo in italia nessuno pagherà come al solito, o al limite sceglieranno uno di questi che si prenderà tutte le colpe dopo avergli versato un bella sommetta in qualche paradiso fiscale. Questi sono i risultati di 70 anni di democrazia.