Pensioni, quota 100: si “lima” ancora. Ecco l’ultima proposta
Pensioni, gli esperti della Lega stanno dando gli ultimi colpi di lima alla proposta di quota 100, a cui Salvini tiene molto. Ma c’è il problema delle coperture e l’arcigna guardia del ministro Tria. La novità più importante – – secondo quanto si apprende da fonti del Carroccio – punta a una flessibilità molto ampia: potrebbero bastare anche solo 35 anni di contributi (con 65 anni di età anagrafica) per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Questo schema interesserebbe una platea di 495mila lavoratori e avrebbe un costo di 8 miliardi all’anno.
Lo schema annunciato da Salvini è quello del 62+38, ma mentre sull’età anagrafica il leader della Lega non sembra avere più dubbi (l’ipotesi iniziale dei tecnici era 64 anni), sull’entità minima di contributi per accedere alla quota 100 la discussione non è ancora stata chiusa. Ad oggi l’opinione prevalente spinge per scendere anche fino a 35 anni di contributi, mentre qualcuno pensa che siano troppo pochi e vorrebbe alzare l’asticella almeno a 36-37. Elemento, questo, che è tutt’altro che un dettaglio dato che dalla calibrazione di questo paletto dipenderà non solo la platea dei destinatari, ma anche i costi relativi.
La quota 100 con 35 anni di contributi permetterebbe a un lavoratore di 65 anni di andare in pensione due anni prima rispetto a quanto prevederà, dal prossimo anno, la riforma Fornero, che ha alzato il requisito a 67 anni. Se alla fine passerà questa ipotesi, i tecnici del Carroccio stimano in 495mila il numero dei lavoratori che potrebbero accedere alla quota 100. Si scenderebbe invece a 450mila se il requisito dell’età contributiva minimo fosse di 36 anni.
ci vogliono i 41,5 senò è la fine e no cambia niente
Gli emigranti.. pessenti e altro titolo….con la droga pagano le pensioni agli italiani. mandarli a casa loro, come dice SALVINI.
Da oro a bronzo!!
Ma le pensioni non le dovrebbero pagare i “migranti”? Chiedere ai sinistrati chiarimenti per toglierci dall’impasse