L’episodio ha come una fonte unica quella dell’attrice Ottavia Piccolo, al momento senza repliche o spiegazioni da parte della polizia, ma la ricostruzione che ne fa il quotidiano “La Nuova Venezia” è categorica. «Mi hanno bloccata alla Mostra del Cinema perché aveva il fazzoletto dell’Anpi», dichiara sul giornale Ottavia Piccolo, da anni residente al Lido di Venezia, secondo la quale qualcuno, tra le forze dell’ordine, voleva impedirle di partecipare al “presidio” organizzato dalla Sinistra davanti al palazzo del Cinema del Lido, per ricordare gli infortuni e la precarietà del lavoro in Italia.
«Mi hanno fermata perché avevo al collo un fazzoletto dell’Anpi. Incredibile. Ma in che Paese viviamo?» aggiungel’attrice, da sempre schierata politicamente con la sinistra più radicale. «Avevamo annunciato questo presidio davanti al tappeto rosso- racconta a “La Nuova Venezia” – non era una manifestazione, ma una testimonianza. Una cosa leggera, senza dar fastidio a nessuno. La denuncia di una situazione che ogni giorno passa sotto silenzio. Quella degli infortuni sul lavoro e dello sfruttamento degli operai. Avevamo anche ottenuto il permesso dei vigili, tutto regolare. Quando mi sono avvicinata alla barriera di sicurezza per entrare nell’area della Mostra del Cinema, in via Lorenzo Marcello, mi hanno subito fermato tre poliziotti. “Lei non può entrare con quel fazzoletto” mi hanno detto. “Perché mai?!? ho risposto, forse adesso è vietato in Italia girare con un fazzoletto dell’Anpi? Non è un segno di partito, ma il simbolo dei Partigiani italiani. Mi spiace, io entro».
Tutto chiarito dopo alcuni minuti: probabilmente l’equivoco nasceva dalla confusione nata sul simbolo dei partigiani, confuso con quello di un partito e quindi non autorizzato per quel tipo di presidio. A quanto pare lo stesso poliziotto avrebbe chiarito tutto e autorizzato l’ingresso dell’attrice nell’area interdetta, ma Ottavia Piccolo non ha perso occasione per enfatizzare il caso e per lanciarsi nella crociata anti-salviniana: «C’è un clima sempre più lontano dalla nostra cultura della solidarietà e di apertura sociale. Lo vediamo con la politica sui migranti dall’intolleranza che si allarga in tutta Europa. Credo che dobbiamo recuperare tutti insieme le basi della nostra cultura democratica. Far sentire la nostra voce». Ed ecco, in cantiere, un bel corteo di neopartigiani col fazzolleto, giusto per guardare avanti, al futuro del Paese…
Ma questa tipa che ostenta sigle che rievocano un passato fatto di sofferenza, tragedie, violenze e spesso travisato per mera convenienza si facesse un altro giro in gundolettaaa.
Intendevano forse “fascismo rosso”. Mica c’è solo quello nero.
poveretta ormai non la caga piu nessuno.cosa non si fa per apparire
Brava Laura… Hai capito perfettamente!!!
Io sono uno della vecchia generazione e penso che prima di pretendere di insegnare ai nuovi dovremmo avere il buonsenso di farci un esame di coscienza dal 18 politico in poi. Prima di chiamare bamboccioni tanti giovani a cui sono state tolte tante possibilità oggi perché ieri e stato preso troppo dovremmo fare un mea culpa e rivedere tutto non per essere di parte ma per conoscere la storia per intero e non parziale come fa comodo a molti forse troppi che forse ne perderebbero di poltrone se la cultura fosse più completa ed indipendente.
dopo tanti anni di silenzio totale
ha avuto modo di farsi un po di pubblicità, gratuitamente…
e queste sono le vecchie (malgrado lei forse direbbe il contrario) generazioni che dovrebbero insegnare alle nuove…