Le spese degli eurodeputati restano “segrete”. L’ha deciso il Tribunale Ue
Una decisione che apre a nuove polemiche. I documenti relativi alle indennità giornaliere, alle indennità per spese di viaggio e alle indennità di assistenza parlamentare degli eurodeputati devono restare riservati, per ragioni di privacy. Il Tribunale dell’Ue ha respinto i ricorsi di diversi giornalisti e associazioni di giornalisti, che nel 2015 avevano chiesto l’accesso agli atti, accesso negato dal Parlamento Europeo. Il Tribunale ha dato ragione al Parlamento e torto ai cronisti. Le istituzioni dell’Unione europea, ricorda il Tribunale, possono rifiutare l’accesso a un documento la cui divulgazione «arreca pregiudizio alla tutela della vita privata e dell’integrità dell’individuo»: la regola deve essere attuata in conformità con la legislazione Ue sulla protezione dei dati personali. Per dati personali si intende qualsiasi informazione che riguardi una persona fisica identificata o identificabile. Il fatto è che tutti i documenti richiesti contengono informazioni riguardanti persone fisiche identificate (gli eurodeputati): per i giudici, non si può negare a queste informazioni la qualificazione di dati personali solo perché sono collegate a dati pubblici riguardanti eurodeputati. Il Tribunale ricorda, poi, che l’accesso ai documenti contenenti dati personali può comunque essere accordato se il richiedente dimostra la necessità del trasferimento dei dati e se «non c’è ragione di ritenere che il trasferimento possa ledere gli interessi legittimi della persona coinvolta». Secondo il Tribunale, la prima di queste due condizioni