La Merkel stende il tappeto rosso per il dittatore Erdogan. Ma non serve…

28 Set 2018 15:15 - di Antonio Pannullo

Nonostante il fatto che la Turchia abbia invaso militarmente un Paese sovrano, la Siria, il governo tedesco stende il tappeto rosso per il dittatore turco Recep Tayyip Erdogan, oggi a Berlino per la sua prima visita ufficiale di Stato. In mattinata Erdogan è stato ricevuto con pieni onori militari dal presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier presso la sua residenza ufficiale Bellevue Palace. In seguito, un pranzo di lavoro con la cancelliera Angela Merkel, mentre la sera il presidente turco farà ritorno al Bellevue Palace per un banchetto ufficiale, al quale non parteciperanno numerosi politici dell’opposizione. Anche se Erdogan ha ricordato che Germania e Turchia stanno ristabilendo le loro relazioni, che si sono inasprite in seguito alle violazioni del diritti umani del governo turco, Steinmeier ha detto giovedì che la visita non significa una “normalizzazione” delle relazioni. “Siamo molto lontani da questo, ma potrebbe essere un inizio”, ha detto Steinmeier. Ma il tappeto rosso non serve: Erdogan ha chiesto alle autorità tedesche di procedere all’estradizione di Can Dundar, l’ex direttore del giornale di opposizione Cumhuriyet in esilio in Germania dal 2016. “Immagino che sappiate che Can Dundar è una spia, che è una persona che ha rivelato segreti di Stato e che un tribunale l’ha condannato a 5 anni e 10 mesi di carcere”, ha dichiarato Erdogan nel corso di una conferenza stampa a Berlino con la cancelliera tedesca. “È un nostro diritto fondamentale cercare l’estradizione di un condannato. Abbiamo chiesto l’estradizione di una persona del genere contro la quale c’è una condanna definitiva”, ha aggiunto Erdogan.

Erdogan insiste con le sue rivendicazioni

Stamane il quotidiano filogovernativo turco Yeni Asir ha riferito che le autorità di Ankara hanno consegnato alla Germania una lista di 69 “terroristi”, incluso Dundar, chiedendo la loro estradizione. Nel 2015 Dundar aveva pubblicato articoli sulle forniture di armi ai ribelli siriani da parte dell’intelligence di Ankara. Dal 2016 vive in esilio in Germania e attualmente sta affrontando un secondo processo in Turchia in contumacia. L’ex direttore di Cumhuriyet era atteso alla conferenza stampa con Erdogan e Merkel, ma ha poi fatto sapere che non avrebbe partecipato. La Turchia aveva minacciato di cancellare il punto stampa se Dundar fosse stato presente. Angela Merkel cerca di gettare acqua sul fuoco: ha auspicato una “rapida soluzione” per quanto riguarda i cittadini tedeschi ancora detenuti in Turchia. La cancelliera tedesca lo ha detto alla conferenza stampa, aggiungendo che vi sono stati “concreti” progressi nel rilascio di alcuni di loro. La questione rimane una delle più difficili nei rapporti bilaterali, dopo l’ondata di arresti in Turchia seguita al fallito golpe contro Erdogan. Secondo il quotidiano turco Yeni Asir che ha dato la notizia, fra i 69 nomi c’è anche quello di Adil Oksuz, ritenuto da Ankara una delle menti del golpe. Già in giugno la Turchia aveva chiesto informazioni a Berlino su dove si trovasse Oksuz, stretto collaboratore del predicatore Fetullah Gulen. Gulen, che nega ogni responsabilità nel golpe, vive da anni negli Stati Uniti. Per la Merkel è sempre più difficile, considerando che in Germania vivono ormai milioni di turchi.

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