Gli anti-Salvini invocano Santa Rosalia… Una conversione che sa di farsa
La storia di Santa Rosalia, che nel Seicento sconfisse la peste a Palermo, come metafora contro la nuova peste, quella del razzismo. A raccontarla, sul palco allestito davanti a Palazzo Reale di Palermo, in occasione della apertura del Portone Monumentale Vice Regio di Piazza del Parlamento, il narratore palermitano Salvo Piparo con Costanza Licata sui testi di Salvo Licata. I festeggiamenti per la santa venerata a Palermo, la Santuzza, quest’anno hanno preso una coloritura politica: se ne vuole fare, dunque, un simbolo dell’accoglienza e della solidarietà verso gli ultimi. La si vuole “invocare”, come ha fatto Gianfranco Micciché, presidente dell’Ars, affinché ci liberi dalla nuova peste, il razzismo e l’odio verso i migranti.
Buone intenzioni, certo. Anche se desta qualche perplessità l’escamotage di piegare il culto della santa patrona di Palermo ad esigenze politiche contingenti, soprattutto se farlo è lo stesso schieramento che magari si disturba per l’apparizione al tg di una giornalista che porta il crocifisso al collo… ma questi sono dettagli.
Non è un dettaglio invece la biografia di Rosalia Sinibaldi, santa Rosalia appunto, che era un’aristocratica del XII secolo vissuta prima della conversione tra i fasti della corte normanna di re Ruggero. Il modello di santità incarnato da Rosalia è quello dell’eremita, che fugge il mondo per conformarsi all’imitatio Christi attraverso la solitudine e la penitenza. Accoglienza e solidarietà, diciamo, non erano in cima ai pensieri della devota fanciulla, che si rifugiò in una grotta per sfuggire a un matrimonio combinato (come avviene per moltissime altre figure di sante e beate). Rosalia prediligeva la solitudine e il disprezzo della società al punto che, per sfuggire ai pellegrini petulanti che avrebbero voluto avvicinarla, si nascondeva nel tronco vuoto di una quercia. Morì a 37 anni proprio a causa della vita di stenti che l’aveva indebolita e privata di energie.
Oggetto di un culto locale rimasto “in sonno” fino a metà del Seicento, Rosalia diviene popolare e amatissima in occasione della peste del 1624 che imperversa a Palermo: in seguito ad alcune visioni, vengono ritrovati i resti della Santa che, portati in processione, allontanano il morbo dalla città. Così vuole la tradizione, anche se più di uno storico ha messo in dubbio che le ossa ritrovate sul monte Pellegrino siano in realtà le reliquie dell’eremita Rosalia Sinibaldi. Tuttavia, il culto popolare per la Santuzza andava esattamente a corrispondere alle esigenze di una ragion di stato tutta politica che pretendeva anche per Palermo un santo protettore potente e stimato, in grado di soppiantare il culto delle precedenti quattro sante protettrici: Oliva, Agata, Ninfa e Cristina.
Sia come sia, oggi Santa Rosalia si prende la sua rivincita contro i dubbiosi e gli scettici, contro i laicisti e gli accusatori delle pie superstizioni: a lei, alla sua figura di nobile, alle sue reliquie portate in trionfo contro la malattia, devono ricorrere alla fine anche i crociati antigovernativi che, non avendo santi in Paradiso, confidano nell’infinita bontà della Santuzza che non può più rifugiarsi sul monte Pellerino per sfuggire ai tentacoli della loro propaganda…
e se scoprissero, improvvisamente che …la peste sono loro
e che l’untore/gli untori
sono soros e i rotschild???
Infatti ….pure noi invochiamo Santa Rosalia e speriamo incrementare la divina azione con una prece pure a Santa Eustachia che provveda a ” eliminare ” magari tutte queste anime pusillanime che nel nome dell’anti razzismo e ……ci mettiamo pure dell’antifassismo che non guasta mai……trasformano questa Repubblica in un colabrodo dove chiunque possa entrare…uscire…fare i suoi comodi ..andare e tornare con amici e tutto sotto protezione di qualche Procuratore friendly che magari a casa sua non fa entrare neppure un gatto.
Santa Rosalia……Santa Eustachia…..San Calogero…..Sant’ Arcangelo da Calatafimi …vedete Voi cosa potete fare …Amen
Non riusciranno mai a piegare grandi uomini e donne di fede alle loro idee, per fortuna si comincia a interpretare il Vangelo nella maniera appropriata e le idee strampalate di questi “anti-razzisti” avranno vita breve. Non occorre poi soffermarsi troppo sul fatto che Salvini sia contro il razzismo, e sul fatto che i veri razzisti sono coloro che vorrebbero cancellare le identità e le diversità.