Di Maio, dalla Cina con furore contro la Boschi: “Faremo giustizia sul salva-padre”
Dalla Cina, dove è in missione politico-commerciale, il vicepremier Luigi Di Maio blinda il ministro Tria, annuncia grandi rivoluzioni fiscali – ma non chiamateli condoni – e attacca il Pd e il decreto “salva-papà della Boschi” che a suo avviso non aveva risarcito nel modo corretto i truffati dagli istituti di credito, Etruria compresa.
“Tutti nel governo ci siamo detti che è inutile andare avanti a campare. O si fanno scelte coraggiose oppure i cittadini non ci capiranno”, spiega ai ai microfoni di Radio24 il ministro dello Sviluppo. “Erano anni – ha aggiunto – che si diceva che governare è difficile e che quelle dette in campagna elettorale erano solo promesse”.
Nessun siluramento in vista per il titolare dell’Economia, come ipotizzavano oggi i giornali. “Nel ministro Tria ho piena fiducia. Ci sono tavoli aperti da giorni per trovare le risorse, l’obiettivo è trovarle per fare le cose”, dice ai microfoni di Radio24. “Serve sicuramente fare tagli, ma se fare deficit servirà per migliorare la vita degli italiani, allora lo faremo perché vengono prima i cittadini. Il nostro – ha aggiunto – è un piano credibile che li aiuta, un piano organico sulla crescita”. Il nostro, ha continuato Di Maio, “è un governo compatto che mette insieme le risorse per mantenere le promesse fatte. I soldi ci sono e le cose si possono fare. Un esecutivo serio trova le risorse, altrimenti è inutile tirare a campare e andiamo a casa”, ha ribadito Di Maio. E il condono? “Siamo tranquilli sulla pace fiscale. Una cosa è un condono, che aiuta i furbetti, un conto è la pace fiscale che aiuta chi è in difficoltà”. Lo ha ribadito il vicepremier Luigi Di Maio ai microfoni di Radio24. “Non siamo d’accordo su uno scudo fiscale, non vogliamo far rientrare i capitali dei mafiosi e dei corrotti dall’estero”, ha aggiunto.
Infine la stoccata al Pd e a renziani sulle banche: “Nella legge di bilancio il governo sta studiando un sistema che servirà a risarcire i risparmiatori truffati dal ‘salva padre della Boschi’“, dice riferendosi al decreto ‘salva banche’, convertito in legge nel febbraio 2017, che prevedeva un fondo di 20 miliardi per intervenire sugli istituti di credito in crisi, tra cui Banca Etruria il cui vicepresidente era Pier Luigi Boschi, padre dell’ex ministro del governo Renzi.
Mah !!! chissa’ quanti affari faremo ora con la Cina dato che Di Maio avra’ certamente concluso, naturalmente, se ne beneficeranno i cinesi e non l’Italia.