Di Maio: «Manette agli evasori. Mi fido di Tria ma i dirigenti ci remano contro»
«Sarà una manovra del popolo, che aiuta gli ultimi e fa la guerra ai potenti». In una lunga intervista al Fatto Quotidiano Luigi Di Maio torna sui contenuti della legge di Stabilità e assicura che ci saranno il reddito e le pensioni di cittadinanza, il superamento della Fornero e i soldi per i truffati delle banche trovando le risorse anche facendo deficit. Poi minaccia il carcere per gli evasori e non arretra nel braccio di ferro con il ministero dell’Economia con il quale i rapporti sono sempre più tesi. «Mi fido di Tria ma nelle viscere dello Stato c’è chi ci rema contro». Nel mirino ancora i dirigenti ministeriali che si mettono di traverso ai provvedimenti del governo e la scia di polemiche per l’audio di Rocco Casalino nel quale definisce i funzionari del Tesoro “pezzi di m…” da fare fuori.
Di Maio: al Tesoro c’è chi rema contro
«C’è grande ipocrisia. Tutti ci arrabbiamo e capita di dire parolacce. Ma la gente in queste ore ferma Casalino per strada e gli dice: “andate avanti”. Ha capito il merito del problema: c’è gente che ci rema contro», assicura il vicepremier grillino parlando del caso dell’audio del portavoce di Palazzo Chigi, intorno al quale i 5Stelle fanno quadrato. «Il problema non è con alcune figure», spiega rispondendo alla domanda su perché non abbia cambiato i vertici del Tesoro, «e tanto meno con il ministro Tria, di cui ci fidiamo, ma ci sono tanti dirigenti dentro i ministeri che non possiamo toccare, e che rallentano o complicano il lavoro. Per me la pubblica amministrazione deve essere indipendente ma in questi anni ci ha messo mano la politica». Poi il nodo condono proposto dalla Lega. «Il condono fino a un milione di euro è per noi inaccettabile. I furbi non vanno premiati e infatti nel decreto fiscale verrà previsto il carcere per chi evade», spiega di Maio al Fatto parlando di pace fiscale minima, che non sia un condono mascherato. Sulla manovra non fa cifre, si supererà il tetto del 2 per cento? «Il tema non è tanto il deficit, ma le misure per far crescere il Pil», dice sfidando il ministro Tria e i paletti dell’Europa. Infinte promette tagli “intelligenti”: «Taglieremo le esenzioni fiscali ai petrolieri e potremmo inserire il taglio delle pensioni d’oro oltre i 4500 euro netti».
Di Maio troppo furbo: vuole andare in deficit e litiga perché glielo propongano dal ministero del tesoro.
Quelli registrano i conti e LI PUBBLICANO, poi un politico deve decidere. Mai proporranno di andare in deficit, perché poi un paio di anni dopo la Corte dei Conti gli addebiterebbe il danno erariale, mica sono scemi.
La Corte dei Conti non può addebitare il danno ad un politico perché ha scritto il deficit in una legge.
Se Di Maio vuole andare in deficit lo può fare con la legge di (supposta) stabilità, ma se ne prenda la responsabilità senza cercare di nascondersi dietro ai funzionari del ministero.
Un vicepremier che utilizza parole piene di odio nei confronti di coloro che posseggono, ma hanno anche creato ricchezza per gli italiani che LAVORANO, non mi rappresenta. Questi grillini sembrano dei piccoli Stalin! Ma non ci libereremo mai di questi orribili comunistoidi? Persino il Papa si è deciso a paragonare gli orrori commessi dai comunisti a quelli commessi dai nazisti!
In ITALIA è bastato vedere come tutti i giornali (tranne 2 piccole testate) essendo liberi e indipendenti si sono subito schierati ancora prima che iniziasse a governare contro chi il popolo aveva regolarmente eletto dopo quasi 7 anni di dittatura comunista.
Brutto talebano, prima abbassa le tasse..
Sono le radici dellle pseudo-sinistre interrate ovunque !! Non basta segare l’albero purtroppo, abbiamo a che fare con una cattiva istituzione che ha metastasi ovunque ormai. Ci vorrebbe una bella chemio-terapia di quelle belle potenti.
I governi passano ma le mele marce restano e continuano il loro lavoro d’intralcio garantiti da immunità sindacale e politica.È mafia di statali intorno canili.